Centinaia di persone si sono presentate nella parrocchia di Santa Maria della Presentazione, in via di Torrevecchia, alla periferia nord-ovest della Capitale per l’ultimo saluto a Michelle Maria Causo la ragazza di soli 17 anni uccisa e fatta a pezzi da un coetaneo sette giorni fa per futili motivi.
Le autorità hanno voluto prendere parte al dolore e allo shock che ha coinvolto la comunità inviando corone di fiori, si intravedono sul sagrato quella del presidente della Regione, Lazio Francesco Rocca, e del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ma sono tantissimi gli omaggi floreali portati dagli amici, dai parenti e dalla gente comune.
La ragazza sarebbe stata uccisa, secondo le ultime indiscrezioni fornite dagli investigatori, per un debito di droga di stimato tra i 40 e i 1500 Euro. L’assassino è un ragazzo africano, più precisamente un cingalese, che ha colpito la ragazza con un coltello almeno sei volte al torace e all’addome. Subito dopo ha smembrato il corpo per porlo in un sacco della spazzatura e trasportarlo in un carrello della spesa nei pressi di un cassonetto dei rifiuti, dove poi è stato rinvenuto.
L’omicida è ora recluso nel carcere minorile di Casal del Marmo e sottopostoa strettissima sorveglianza data l’elevata pericolosità sociale del soggetto.
Davanti a quanto avvenuto non posso che risuonare le parole del Vescovo Baldo Reina che, celebrando le esequie, ha esclamato durante l’omelia: “La morte di Michelle ci pone delle domande come Chiesa e come Società Civile. Dove stiamo andando? Siamo coscienti o no che la nostra è una crisi di civiltà? Cosa stiamo offrendo ai nostri giovani?”
L’omicidio non può infatti che evidenziare i problemi oramai cronici della Capitale con una gioventù lasciata a se stessa, alla mercé della droga e delle Gang. Roma oramai vice con la costante presenza di bande di immigrati illegali che hanno oramai preso il controllo delle strade decidendo anche chi vive e chi muore, nell’impotenza totale delle autorità.