L’Europa è sempre meno competitiva sui mercati internazionali

Dazi e crisi energetica evidenziano sempre di più una crescente evoluzione delle problematiche del "Made in UE" con i costi di produzione che minano significativamente i profitti e la sostenibilità delle imprese europee e la Cina non sta a guardare

Una nuova recente analisi di Bloomberg mette in luce una crescente preoccupazione riguardo alla possibilità di una crisi energetica a livello globale, a causa della carenza di gas naturale liquefatto (GNL).

Questa situazione è in parte attribuibile a ritardi nelle nuove forniture di GNL, frutto di progetti pianificati anni fa in previsione di un incremento della domanda, ma non sufficienti a seguito di evidenti ritardi nell’attuazione e alle sanzioni alla Russia che stanno affamando l’Europa con il permanere di una situazione di incertezza sul mercato energetico.

In Germania, l’economia ha subito un declino per due trimestri consecutivi, un effetto diretto della crisi energetica che ha colpito duramente i produttori nazionali.

Secondo Bloomberg, “un inverno rigido in Europa potrebbe intensificare la competizione con l’Asia per il carburante, mettendo a rischio le forniture per i Paesi meno abbienti”.

Questa dinamica potrebbe amplificare le difficoltà già esistenti, rendendo ancora più difficile l’accesso al gas per le nazioni che non possono permetterselo.

I motivi alla base di questa carenza sono molteplici.

In particolare, la costruzione di impianti di GNL in Texas e Messico ha subito ritardi significativi, complicati ulteriormente dalle sanzioni imposte dalle potenze occidentali contro l’impianto russo Arctic LNG-2.

Nel contempo, la domanda globale di gas è in costante crescita, con nuovi acquirenti che si affacciano sul mercato, aumentando la pressione su un’offerta già limitata.

Le previsioni indicano che la domanda di GNL è destinata a crescere notevolmente entro la fine del decennio.

Questo aumento è sostenuto dall’espansione dell’intelligenza artificiale, che richiede data center sempre più energivori.

Con l’Europa che senza forniture russe  ora compete a livello globale per l’acquisto di gas, i prezzi hanno raggiunto livelli senza precedenti, risultando quasi il doppio rispetto a quelli registrati prima della crisi del 2022.

Bloomberg sottolinea che “la crescente dipendenza dall’GNL porta a una competizione tra acquirenti di tutto il mondo, con il carburante che viene allocato al miglior offerente”.

In un contesto geopolitico in continua evoluzione, anche le relazioni commerciali tra Cina e Unione Europea stanno vivendo un momento di tensione.

La Cina ha recentemente introdotto misure temporanee per contrastare i nuovi dazi europei in quello che sembra il preludio di una nuova guerra commerciale.

Questa decisione arriva in risposta al voto di 27 Paesi dell’Unione Europea, che ha portato all’imposizione di tariffe sui veicoli elettrici di produzione cinese.

A partire dall’11 ottobre, gli importatori di brandy nell’UE saranno obbligati a versare depositi cauzionali che variano dal 34,8% al 39,0% del valore delle importazioni.

Il Ministero del Commercio cinese ha evidenziato che un’indagine ha dimostrato come il dumping del brandy europeo possa danneggiare significativamente l’industria cinese di questo settore.

In aggiunta, la Cina sta considerando l’innalzamento dei dazi sulle automobili dotate di motori di grandi dimensioni, una misura che colpirà principalmente i produttori tedeschi, i quali hanno esportato nel Paese asiatico automobili per un valore di 1,2 miliardi di dollari nel corso dell’anno passato.

Infine, il governo cinese ha avviato indagini antidumping e compensative su carni suine, sottoprodotti e prodotti lattiero-caseari provenienti dall’Europa, in conformità con le normative nazionali e le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).

Queste azioni segnalano un aumento delle tensioni commerciali e una maggiore protezione delle industrie locali cinesi di fronte alle politiche aggressive di Unione Europea e Stati Uniti nei confronti degli interessi commerciali di Pechino.

 

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