Gli Usa rimangono in crisi economica

La Fed lascia i tassi fermi ai massimi da 22 anni, Spread Btp-Bund in netto rialzo a 180.

Nonostante i tassi rimangano ai massimi dagli ultimi 22 anni i prezzi rimangono ancora alti e almeno un altro rialzo potrebbe essere necessario nel 2023.

Il differenziale tra Spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni ha raggiunto un deciso aumento dopo le decisioni della Fed e soprattutto sull’avvertimento di possibili ulteriori strette dei tassi entro dicembre: il differenziale ha avviato la seduta a 180 punti base contro i 174 della chiusura di ieri. In un clima di tensione per tutti i titoli di Stato europei, il rendimento del prodotto del Tesoro è al 4,5%.

La borsa di Wall Street ha reagito negativamente all’annuncio della banca centrale americana e ha rallentato anche l’indice Nasdaq che accentua le perdite. Anche uno degli indicatori più stabili come S&P 500  ora è negativo. Domani si vedrà se si verificherà l’ effetto contagio sulle borse europee in apertura.

Il Presidente della Banca Centrale Usa ha dichiarato che anche se le condizioni di credito più restrittive per le famiglie e le imprese peseranno probabilmente sull’attività economica, le assunzioni e l’inflazione il periodo di estesione dei tassi ed i suoi effetti restano incerti. Garantendo che alla Fed “Resteranno molto attenti ai rischi di inflazione”.

La Fed “è impegnata a far scendere l’inflazione al 2%. Senza la stabilità dei prezzi l’economia non funziona per nessuno e non avremo un mercato del lavoro forte” ha poi concluso.

Una delle preoccupazioni della Fed è la volata dei prezzi del petrolio, che viaggiano verso i 100 dollari al barile.

La galoppata delle quotazione fa temere per i suoi effetti indiretti sui beni e sui servizi e, di conseguenza, su un’inflazione già ostinata più del dovuto. Chi è tra i principali produttori di petrolio? Proprio la Russia, assieme ai suoi alleati economici come i BRICS e l’Opec + che hanno tagliato la produzione aumentando i prezzi, proprio a scapito dell’ economia statunitense.

Come dire…le sanzioni funzionano, e continua a funzionare.

Un altro dato che fa riflettere sono le previsioni di crescita del PIL che segnano un +1,5 per gli Stati Uniti, un +0.8 per l’ Unione Europea a fronte di un buon +4.9%.

Anche la Vodka per fortuna è stata sanzionata, così da non poter mancare per i brindisi dalle parti di Mosca.

 

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