Il Giappone ha iniziato a scaricare nell’Oceano Pacifico più di un milione di tonnellate di acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, distrutta nel terremoto del marzo 2011. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Kyodo. Il gestore dell’impianto, la Tokyo Electric Power, l’azienda energetica che gestisce la centrale, ha pompato una piccola quantità di acqua dall’impianto, a due giorni dall’approvazione del piano da parte del governo giapponese.
Il processo è iniziato quando in Italia erano le 6 del mattino, dopo aver stabilito che le condizioni meteorologiche erano favorevoli.
Lo scarico ha causato rabbia nei Paesi vicini e preoccupazione tra i pescatori, preoccupati per la reputazione dei loro prodotti, che rischiano di rimanere invenduti a causa dei più che leciti dubbi sulla salute.
Per l’Italia non si prevedono danni o rischi particolari dato che solo lo 0,02% del totale dei prodotti ittici importati da tutto il mondo nel nostro paese proviene dal Giappone.
La centrale di Fukushima fu gravemente danneggiata dal terremoto dell’11 marzo del 2011 e dal conseguente tsunami. Attualmente attorno all’impianto sono conservati più di 1,3 milioni di tonnellate d’acqua contaminata da elementi radioattivi: per la maggior parte è stata usata per raffreddare le barre di combustibile nucleare della centrale e mantenerle alla giusta temperatura subito dopo il disastro del 2011 e nel corso degli anni; una parte minore è l’acqua piovuta o penetrata dal suolo all’interno degli edifici dei reattori nucleari prima che fossero isolati dall’ambiente esterno.
Lo sversamento dell’acqua contaminata dalle radiazioni sarà un processo lungo e meticoloso e durerà dai 30 ai 40 anni.
Il processo, dati i rischi non banali, sarà in ogni caso altamente monitorato.
L’Agenzia per la pesca del Giappone ha infatti riferito che monitorerà i livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci catturati entro un raggio di 10 chilometri dalla centrale, pubblicando i risultati delle analisi sul proprio sito web.
Il rilascio delle acque stoccate nell’impianto nucleare sarà attenzionato anche a livello internazionale e indipendente dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che per ora ha dato il via libera al rilascio dell’acqua contaminata.
Nonostante ciò le preoccupazioni e le legittime proteste dei paesi vicini non si placano.
Il premier sudcoreano Han Duck-soo in una nota diffusa dopo l’avvio delle operazioni di rilascio, ha rimarcato che Seul “spera e sollecita ancora una volta il governo giapponese a divulgare informazioni in modo trasparente e responsabile sul processo di scarico dell’acqua”.
Ancora più dura la reazione della Cina, che ha vietato l’import di tutti i prodotti ittici giapponesi e ha introdotto test di radiazioni su larga scala sul pescato nipponico.
Il governo cinese, tramite una nota del proprio ministero degli Esteri, adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza alimentare e la salute del popolo cinese. La Cina “si oppone fermamente e condanna con forza” quanto sta accadendo e “ha presentato solenni rimostranze alla parte giapponese per chiederle di porre fine all’atto illecito”.