L’Occidente ha deciso: sì agli F-16 a Kiev. Mosca: “sforzi inutili raggiungeremo i nostri obiettivi”

Nonostante quanto affermato dai nostri colleghi diversi analisti, tra cui l'americano Tom Cooper, ritengono sia estremamente difficile che i caccia di fabbricazione americana possano avere un impatto positivo per le sorti ucraine nel conflitto.

Il presidente Joe Biden ha assicurato agli altri leader del G7, riuniti in Giappone, che gli Stati Uniti sosterranno l’iniziativa comune per addestrare i piloti ucraini alla guida dei jet, anche se non all’interno del territorio americano, ma in Europa.

I jet richiesti da Kiev sono circa duecento, ma anche se venissero forniti immediatamente tutti, cosa alquanto improbabile dati i tempi tecnici, la rete logistica e i nodi politici da sciogliere, l’Ucraina avrebbe comunque una forza aerea decisamente inferiore in numero e qualità a quella posseduta ora dai russi e l’impatto sul teatro delle operazioni in corso sarebbe quasi nullo.

Che la strada sia tutta in salita per Kiev si può notare anche dalle dichiarazioni degli stessi funzionari americani: “L’addestramento potrà iniziare nelle prossime settimane, ma saranno necessari mesi per completarlo, si specifica ancora facendo capire che sono invece più lunghi i tempi per la decisione dell’effettiva fornitura dei caccia. Se l’addestramento avverrà nei prossimi mesi, la coalizione di Paesi che partecipano a questa iniziativa deciderà quando effettivamente fornire i caccia, quanti saranno e chi li consegnerà”, ha detto il funzionario sottolineando che “le discussioni sul miglioramento delle forze aeree ucraine riflettono il nostro impegno a lungo termine per l’autodifesa dell’Ucraina”.

A stroncare ulteriormente le speranze del governo ucraino il fatto che molti F-16 presenti in Europa sono obsoleti e l’Ucraina non dispone di personale militare adeguato per poter impiegare con efficienza questi caccia militari, oltre che della necessaria rete di ingegneri e tecnici per la manutenzione dei velivoli. Oltre a ciò gli hangar e gli aeroporti ucraini diventerebbero un bersaglio fin troppo facile per l’aviazione ed i missili russi.

La richiesta di Kiev di ricevere 200 aerei militari deve quindi fare i conti con la realtà. Se è vero che il Belgio, Danimarca, Grecia, Olanda e Portogallo hanno a disposizione i caccia F-16, è altrettanto vero che non possono consegnare all’Ucraina tutti gli F-16 presenti in Europa. Sembra dunque che oltre alle fake-news e alla propaganda trionfalistica all’Ucraina non sia rimasto molto in cui sperare, salvo stravolgimenti dovuti ad una controffensiva rapida ed estremamente efficace che potrebbe ribaltare le sorti della guerra, ma di cui si sa ancora fin troppo poco.

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