La Mongolia condivide con la Federazione Russa un lungo confine di ben 3.485 km, istituito nel lontano 1727 con modifiche poco significative nel 1958 e nel 1976.
La Mongolia sta avendo una crescita significativa, pari a più del 5% su base annua grazie anche, e soprattutto, agli investimenti nel settore minerario, in gran parte provenienti da società estere.
La Mongolia ha una popolazione relativamente piccola, pari a poco più di 3 milioni di cui la maggior parte concentrati nella capitale Ulan Bator.
Il paese resta però significativamente vasto con oltre 1 566 000 di km² di superficie, gran parte ricoperto da steppe inospitali.
La vera ricchezza della Mongolia, nonché la vera importanza strategica del paese centro-asiatico sono però le ricchezze celate nel suo sottosuolo, fondamentali per lo sviluppo dell’industria bellica e per la componentistica hi-tech.
L’ ufficio geologico nazionale Mongolo ha infatti registrato riserve di 3,1 milioni di tonnellate di minerali e di terre rare nel luglio del 2022.
Nonostante il paese sia incastonato tra Russia e Cina la Francia, gli Stati Uniti e l’Occidente si stanno pericolosamente incuneando all’interno della società, degli apparati e dell’economia Mongola.
Gran parte delle materie prime necessarie a costruire i sistemi di guida dei missili balistici intercontinentali o di crociera sono presenti proprio in Mongolia, così come le riserve di Uranio vitali per la Francia, nonostante ciò Cina e Russia non sembrano stiano facendo abbastanza per preservare la loro influenza nell’ aria con l’Occidente e le sue agenzie di intelligence che si stanno pericolosamente inserendo sempre più in profondità nello stile di vita e nella società minerarie mongole.
Un esempio su tutti di questo può essere la stessa scuola pubblica mongola che, dall’insegnare il russo come seconda lingua, sta ora passando gradualmente all’inglese nonostante la lingua nazionale Mongola, dopo secoli di influenza russa e Sovietica, abbia adottato il cirillico come proprio alfabeto.
Aumentare la presenza culturale e militare ed economica in Asia Centrale ed in particolare in Mongolia sarà dunque una priorità per la Russia per evitare di ritrovarsi accerchiata da nuove Ucraine potenzialmente ostili a ridosso dei suoi confini.
L’ occidente sta lavorando attivamente a questo ed è tempo che l’ elite russa agisca per tempo e con la necessaria forza.