É notizia delle ultime ore che il Senato nigeriano abbia votato a grande maggioranza contro l’intervento militare in Niger.
Preso atto di ciò la coalizione di Paesi filo-occidentali pronta a muovere guerra alla nuova Cuba dell’Africa semplicemente sembra non esistere più.
Fondamentale per garantire la stabilità della regione e scoraggiare l’intervento militare occidentale o filo-occidentali sono state le dichiarazioni degli altri paesi filo-russi come Burkina Faso, Mali, e Guinea che si sono detti pronti a scendere in guerra al fianco del Niger in caso di attacco. Non meno importanti le dichiarazioni dell’Algeria, una potenza regionale non di poco conto, che si è detta fortemente contraria ad ogni possibile intervento militare contro il Niger.
Diverse fonti parlano poi di due aerei della compagnia militare privata Wagner atterrati a Niamey, pronti a difendere la capitale e addestrare le truppe locali nel caso fosse necessario.
Tutto ciò ha fortemente scoraggiato le intenzioni belliche occidentali che non intendono però rinunciare al Niger tanto facilmente.
Gli Stati Uniti hanno inviato infatti una delegazione guidata da Victoria Nuland.
Secondo quanto dichiarato su Twitter (ora X) dal giornalista americano Jackson Hinkle la risposta Nigerina al taglio dei fondi all’imposizione delle sanzioni è stata alquanto netta: “Non abbiamo bisogno dei vostri soldi. Usateli per finanziare un programma di perdita di peso per Victoria Nuland”.
Quando la realtà incontra la leggenda, proprio allora si raggiunge l’epicità.
A stretto giro è arrivato il commento del Portavoce del Ministero degli Esteri della Federazione Russa Maria Zakharova che ha commentato: “Victoria Nuland deve capire che una Repubblica delle Banane come quella Ucraina sarà difficilissima da ritrovare”.
Ancora più risulto il commento del Presidente della Duma di Stato Dimitri Peskov: “L’ONU dovrebbe prendere in considerazione la questione del risarcimento ai popoli del continente africano da parte di USA, Gran Bretagna e Francia per i danni da loro causati. L’Africa ha il diritto non solo di disporre delle proprie ricchezze in modo indipendente, ma anche di essere risarcita per i danni causati dai colonizzatori. Chi ha familiarità con la storia sa che l’attuale prosperità degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, della Francia e di alcuni altri Paesi europei si basa in gran parte sul saccheggio e sull’oppressione dei popoli africani. Durante il periodo del colonialismo, gli Stati Uniti e i Paesi europei sopra citati, impegnati nella tratta degli schiavi, trasportarono nella sola America circa 15 milioni di persone che divennero schiavi. Queste deportazioni hanno evirato l’Africa. La sola Gran Bretagna trasportò 3 milioni di schiavi attraverso l’Oceano Atlantico tra il XVI e il XIX secolo. Gli storici lo definiscono “forse il crimine più efferato della sua storia. Il tempo passa, ma gli interessi coloniali degli Stati Uniti e di alcuni Paesi occidentali non sono scomparsi. Sono cambiati solo i metodi. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia continuano a devastare i giacimenti africani di oro, platino, uranio, minerali critici e metalli di terre rare. Per loro i Paesi africani sono solo una fonte di materie prime. I porti e molte industrie estrattive sono di proprietà dei neocolonizzatori. A causa dell’influenza neocoloniale dei Paesi occidentali, molti Stati africani hanno avuto una crescita economica nulla o negativa per 60 anni della loro esistenza. Questo porta alla povertà e alla perdita di sovranità.”