Al governo e al partito, la melonizzazione è compiuta.
La sorella Arianna diventa capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia. Un ruolo di comando che nasce dalle preoccupazioni crescenti del premier di non controllare più la sua creatura e dalla sua ben nota mancanza di fiducia verso chi non è parte della cerchia dei fedelissimi.
Una mancanza di fiducia che si riduce spesso a paranoie e a tirannia.
Per la stessa logica Meloni ha affidato il coordinamento della comunicazione tra governo, partito e Parlamento a Giovanbattista Fazzolari, il sottosegretario all’attuazione del programma, l’uomo di cui la leader dice di fidarsi “più di chiunque altro”.
Il vero problema è però un altro: non solo i quadri e i gruppi parlamentari nutrono sempre più malumori nei confronti della leadership, ma soprattutto la base è sul punto di esplodere.
Fonti ben informate, all’interno del partito, confermano come oramai il livello di dissonanza tra il governo e la base militante sia incolmabile. Una discrasia tale che sicuramente non sarà risolta con atti di puro nepotismo come la nomina della sorella di Meloni a capo della segreteria politica.
Una manovra degna di una dittatura africana o mediorientale che contribuirà ad infiammare ulteriormente gli animi dell’opposizione interna a Fratelli d’Italia, che risulta sempre più divisa in correnti e micro-fazioni, sia su base locale che nazionale.
Il fallimento del Governo si nota, oltre che sui temi economici, soprattutto nella mancata lotta all’immigrazione clandestina e nel ripristino della sicurezza nelle città italiane.
Degli errori imperdonabili per la base elettorale di Fdi.
Nel frattempo la stessa Commissione Europea si è definita “molto preoccupata per l’aumento degli arrivi nel Mediterraneo centrale, in particolare in Italia”.
Una situazione tanto evidente da non poter più essere nascosta o smentita dato che proprio questa è tornata ad essere la rotta più battuta, dove si registra la metà degli ingressi “irregolari” in tutta l’Unione europea (quasi 90 mila su 176 mila nei primi sette mesi dell’anno).
La vera domanda presto sarà: quanto durerà Meloni, e chi la sostituirà?