In tutte le città italiane si stanno registrando problemi con affitti e compravendite immobiliari: studenti e giovani coppie non riescono più a sostenere l’impennata dei prezzi delle case, legata alle locazioni turistiche e alla concorrenza della rendita degli affitti brevi tramite Airbnb e piattaforme simili. La casa è sempre più un vero e proprio miraggio per gli Italiani, con i giovani che sempre più spesso sono costretti ad evitare di sposarsi per continuare a vivere con i genitori e gli studenti che devono affittare singoli posti letto in promiscuita con altri colleghi universitari in case sempre più sovraffollate e al limite del vivibile. Secondo Vincenzo Albanese, presidente di Fimaa Milano, Lodi, Monza e Brianza e founder di ideeUrbane “i canoni sono cresciuti del 10 per cento nell’ultimo anno e forse adesso si vedrà una stabilizzazione, o comunque un aumento contenuto. A Milano, in media, non si affitta a meno di 200 euro al metro quadro l’anno. Un aumento non bilanciato da una crescita delle buste paga che invece sono diminuite rispetto alla fine degli anni 90. Caso emblematico anche quello di Bologna, dove i costi mensili sono aumentati del 60% rispetto a cinque anni fa, mangiandosi così un terzo dello stipendio medio di qualsiasi abitante della città, con quasi mezzo capoluogo felsineo che diventa difatti inaccessibile per una famiglia media. L’aumento è giustificato solo in parte dall’aumento della domanda del mercato e dall’inflazione, basti pensare che solo a Milano gli immobili sfitti sono 20.000, mentre a Roma sono invece 162mila gli appartamenti vuoti. Nonostante ciò la mancanza di regolamentazione del mercato ha portato a vedere la casa più come un’investimento redditizio da cui trarre il massimo profitto che come un diritto fondamentale per vivere che dovrebbe essere a disposizione di tutti.