L’ impatto della fine delle sanzioni ONU all’Iran sul conflitto ucraino

Oggi scadono le sanzioni ONU sulla compravendita dei missili Iraniani. Cosa accadrà in Ucraina ora?

Oggi, 18 ottobre, l’Iran ha annunciato con soddisfazione la scadenza delle restrizioni imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) sulle sue attività missilistiche, in base alla risoluzione 2231 del 2015.

Questa risoluzione, che ha sancito l’accordo sul nucleare iraniano, prevedeva il divieto di importare ed esportare missili balistici da e verso l’Iran per otto anni, oltre ad altre limitazioni economiche e diplomatiche.

Il viceministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani ha dichiarato che la lista delle sanzioni sarà cancellata dal sito web delle Nazioni Unite e che tutte le restrizioni nazionali e regionali imposte contro la Repubblica islamica sulla base della risoluzione 2231 devono essere revocate. “Mantenere in vigore queste misure viola direttamente le disposizioni della risoluzione stessa”, ha aggiunto.

La fine delle sanzioni ONU sulle attività missilistiche dell’Iran è vista come una vittoria per il governo di Teheran, che ha sempre sostenuto il suo diritto a sviluppare un programma di difesa nazionale, soprattutto a seguito delle minacce dell’Azerbaigian a Nord, di Israele e degli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo sul nucleare iraniano nel 2018 e hanno imposto sanzioni economiche illegali all’Iran, provocando una crisi diplomatica. L’Iran ha reagito riducendo i suoi impegni nell’ambito dell’accordo e aumentando il suo arricchimento di uranio e gli esperti credono che Teheran sia molto vicino allo sviluppo di un ordigno atomico, o quantomeno, di una bomba sporca.

L’ Iran nella sua politica di difesa ha sancito un alleanza di ferro con la Russia che ha inviato al paese persiano aerei da caccia di quarta generazione Sukoi Su-35 in cambio dei droni Shaid e della relativa tecnologia.

La fine delle sanzioni ONU all’Iran possono segnare un passo decisivo in questa cooperazione che potrebbe estendersi ora anche al campo missilistico, con la speranza, da parte russa, di avere missili e droni a sufficienza per saturare le difese aeree ucraine e distruggere quel poco che resta delle infrastrutture stradali, ferroviarie ed energetiche dell’Ucraina che, visto l’esaurimento di parte delle scorte occidentali, dovrà avviare una sua produzione bellica interna.

La distruzione della futura produzione bellica interna ucraina, che è nei piani annunciati da Zelensky, dovrà avvenire ancora prima dell’inizio della produzione così che quando le scorte di munizioni occidentali saranno quasi terminate nel 2024, il regime di Kiev venga costretto ad una resa incondizionata.

Per fare ciò sarà necessaria una ampia campagna missilistica, volta a distruggere ogni qual tipo di infrastruttura stradale, ferroviaria ed energetica rimasta e i missili economici nord coreani e iraniani, insieme ai droni Geran-Shaid sono essenziali alla saturazione delle difese aeree, permettendo poi di colpire in modo devastante i bersagli con missili di maggior qualità e maggior potenziale distruttivo come gli Iskander e i Kinzhal.

Commentare
  • Non ci sono ancora commenti. Il tuo commento può essere il primo.
Aggiungi commento