Il quotidiano “Libero”, che ieri per primo ha annunciato le dimissioni del Mancio, spiega che il Ct era innanzitutto «stufo dell’Italia». Troppe critiche dopo il fallimento del Mondiale e quello della Nations League. Che lo aveva portato sull’orlo dell’addio già a giugno.
Tutti in effetti dopo il fallimento della qualificazione ai Mondiali si sarebbero aspettati un suo esonero o delle dimissioni, che però non sono mai arrivate in virtù dell’ottimo rapporto tra Mancini e il Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina.
Il “pericolo” per Mancini era dunque quello di rimanere senza squadra e senza contratto al primo passo falso, con tutte le conseguenze economiche del caso.
A togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato l’Arabia Saudita che ha offerto un contratto stratosferico all’ormai ex CT azzurro: 40 milioni di euro.
Per questo Mancini ha preferito farsi da parte prima dell’inizio della stagione, mentre nel frattempo a Riad entro due settimane contano di presentare il nuovo allenatore della nazionale al posto del dimissionario Renard.
La Saff, la federcalcio saudita, inizialmente aveva pensato a Jose Mourinho. Il portoghese ha ascoltato con cortesia, ma poi ha opposto un no definitivo, preferendo restare alla guida della Roma, da lì nasce l’idea Mancini che è sempre più pronta a concretizzarsi.
Mancini come Commissario Tecnico prendeva dall’Italia 3 milioni di Euro a stagione, una cifra non comparabile con il petroldollari sauditi che stanno cambiando il mondo del calcio in maniera sempre più preponderante.
Il numero di calciatori di ottimo livello che si sono trasferiti nelle dune del deserto è in continua crescita ed è proprio per questo che anche in Italia saranno trasmesse ben tre partite a settimana del campionato saudita: una da LA7 e ben due da Sportitalia, il tutto in chiaro, una scelta che farà aumentare ulteriormente l’interesse per qualcosa di tanto nuovo quanto sorprendente.
Il Campionato Saudita vede forse incarnare in sé stesso la rappresentazione di un mondo che cambia.
Soprattutto per via delle scelte economiche e politiche che stanno impoverendo sempre di più l’Europa che, nonostante storia e tradizione, nulla può contro la potenza economica del Fondo Sovrano della Monarchia Araba, sempre pronto a tentare i migliori campioni del mondo, con ingaggi fuori mercato per tutti gli altri.