Emergono nuovi sconcertanti elementi sulla strage di Brandizzo

Violate tutte le norma di sicurezza. La Tragedia lo scorso 31 Agosto aveva causato la morte di cinque operai.

“Non abbiamo più parole”, hanno scritto i sindacati sugli striscioni sfilati, tra rabbia e dolore, a Brandizzo. Ma c’è chi, fino ad oggi, non ne ha avuto neppure una, di pietà per le vittime e vicinanza alle famiglie. E sorge il legittimo dubbio che neppure l’abbia cercata. Il silenzio del Capo delle Reti Ferroviarie Gianpiero Strisciuglio, è assordante per la sua inaccettabilità. Stride come le ruote del treno sulle rotaie un attimo prima di inghiottire cinque vite e rappresentano al meglio tutto lo strazio e cinismo che le grandi aziende italiane, anche statali, nutrono nei confronti dei lavoratori oramai sempre meno tutelati, esattamente come chiedono le fantomatiche “normative europee sulla concorrenza del mercato comune” che fino ad ora hanno portato solamente morte, povertà e precariato.

Sui cinque morti le Reti Ferroviarie Italiane, un azienda da sempre di partecipazione statale, e i suoi mai solerti uffici non hanno ancora trovato il tempo di spiegare quanto avvenuto o di esprike la necessiaria solidarietà alle famiglie e ai colleghi di chi non c’è più, per colpa della stessa azienda.

Un deragliamento non solo del ruolo, ma vien da dire pure dell’umana coscienza. Ma tant’è. Forse ha ragione chi sostiene che il giovane amministratore delegato, dal curriculum povero di risultati notevoli, debba ancora comprendere dove sta, infondo non gliene si può fare una colpa personale: è solo uno dei tanti paracadutati in posizioni di potere per mero calcolo politico, clienteralismo e conoscenza indiretta.

I vevi meriti di Barese sono solide soltanto le potenti amicizie all’ interno del Pd, così come pugliese è uno dei suoi non pochi amici che s’appresta a sistemare nel gruppo, come da poco fatto con Gennaro Ranieri, piazzato alla direzione acquisti, dopo aver lavorato in Regione sotto la governatura di Michele Emiliano. Sinistra, ma anche destra. Strisciuglio e Ranieri sono stati visti più volte insieme a Tommaso Verdini, rampollo di Denis, fratello di Francesca e dunque cognato di Matteo Salvini. Nulla di male, per carità. Francia o Spagna purché si magna avrebbero detto i nostri antichi antenati.

Il figlio di Denis Verdini è poi spesso anche in compagnia di Salvatore Margiotta ex senatore Pd, ma attualmente presidente dell’associazione nazionale imprese armamento ferroviario, in passato finito in alcuni verbali di intercettazioni su infiltrazioni malavitose sul fronte ferroviario, giusto per non farsi mai mancare nulla.

E chi dovrebbe poi tutelare i lavoratori in tutto ciò? I sindacati oramai venduti che anziché contestare il potere oramai ne son parte attiva e opprimono i lavoratori in cambio di uno scranno alla Camera dei Deputati tra le fila del PD al momento opportuno.

Rebus sit stantibus, fino a quando un’ opposizione seria non verrà formata, e allora sarà poi il sistema politico a venire travolto.

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