Istat: in forte calo il potere d’acquisto delle famiglie -3,7%

A febbraio é calato persino il consumo dei beni alimentari. Peggiora anche il rapporto deficit/Pil nel quarto trimestre, -5,6%.

“La crescita dei prezzi al consumo particolarmente forte nello stesso trimestre, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto (-3,7%). La tenuta della spesa per consumi finali (+3% in termini nominali) si è quindi accompagnata ad una marcata flessione del tasso di risparmio”. L’Istat ha così commentando i dati trimestrali sul reddito e sul risparmio delle famiglie del quarto trimestre del 2022.

Ma non è l’ unico dato interessante diffuso. Sempre tramite le ricerche analitiche dell’Istituto Nazionale di Statistica si apprende come nel quarto trimestre del 2022 la pressione fiscale sia stata pari al 50,5%. Tra le più alte al mondo.

Non meglio il rapporto deficit/Pil che peggiora di 0,7 punti percentuali.  Esattamente nel periodo in esame, l’indebitamento netto in rapporto al Pil è stato pari a -5,6% (era -4,9% nello stesso trimestre del 2021). Migliora invece di 0,5 punti percentuali il saldo primario (cioè l’indebitamento al netto degli interessi passivi), questo è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -0,7% (-1,2% nel quarto trimestre del 2021). Il saldo corrente è stato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,3% (3,2% nel quarto trimestre del 2021).

Oltre a ciò, sempre secondo l’Istat, in Italia si è registrata “una marcata flessione del tasso di risparmio“, sceso di 2 punti al 5,3%. L’impatto si è visto già nei primi mesi del 2023: a febbraio, dopo il calo anno su anno di gennaio, si stima un primo calo anche congiunturale, cioè mese su mese, per le vendite al dettaglio: -0,1% in valore e -0,9% in volume. Con una diminuzione delle vendite di beni alimentari dello 0,3% in valore e dell’1,8% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari registrano un lieve aumento in valore (+0,1%) e una flessione in volume (-0,3%). Rispetto a febbraio 2022 si conferma invece un aumento in valore del 7,9% che fa però il paio con un crollo in volume del 4,9%.

L’inflazione ha dunque eroso il potere d’acquisto delle famiglie, generando una caduta dei consumi. In pratica si spende di più per comprare meno. Ecco spiegati in breve gli effetti pratici dell’aumento dell’inflazione e del conseguente e contemporaneo crollo del potere d’ acquisto prima menzionato.

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