La povertà in Italia ha raggiunto livelli senza precedenti, trasformandosi in una realtà strutturale e preoccupante. Questo è quanto emerge dal recente Rapporto “Povertà 2024” della Caritas italiana, che evidenzia una situazione allarmante nel nostro Paese.
Secondo il rapporto della Caritas la povertà in Italia ha infatti raggiunto i suoi massimi storici.
Nel corso del 2023, i centri di ascolto e i servizi informatizzati della Caritas hanno assistito ben 269.689 persone, registrando un incremento del 5,4% rispetto all’anno precedente. Rispetto ai dati del 2019, l’aumento è ancora più preoccupante, pari al 40,7%.
Secondo le ultime stime pubblicate dall’Istat nel marzo scorso, il 9,8% della popolazione italiana vive in condizioni di povertà assoluta. Questo dato si traduce in oltre 5 milioni e 750 mila persone, corrispondenti a più di 2 milioni e 234 mila famiglie, che non riescono a garantire ai propri membri beni essenziali come cibo, abbigliamento, abitazione e cure mediche. L’Istat definisce povertà assoluta come l’incapacità di accedere a un paniere minimo di beni e servizi necessari per una vita dignitosa.
Accanto a coloro che vivono in povertà assoluta, circa 13 milioni e 391 mila persone sono a rischio di povertà o esclusione sociale, rappresentando il 22,8% della popolazione italiana. Nonostante una lieve diminuzione rispetto al 24,4% del 2022, la situazione rimane critica, con il Sud Italia che registra la più alta incidenza di questo fenomeno, pari al 39%.
Anche la grave deprivazione materiale è in aumento, con un incremento del 4,4%. Nonostante la spesa media delle famiglie sia cresciuta del 3,9% nel 2023, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dell’1,8%.
Secondo la Banca d’Italia, l’aumento del costo della vita ha ridotto significativamente il potere di acquisto, portando il tasso di risparmio ai livelli più bassi dagli anni Sessanta.
Il rapporto della Caritas pone un’enfasi particolare sulle famiglie con bambini, evidenziando che un bambino su sette nella fascia d’età 0-3 anni vive in condizioni di povertà assoluta. Questa condizione influisce negativamente sullo sviluppo cognitivo, socio-emotivo e fisico dei più piccoli, mettendo a rischio il loro futuro. Le difficoltà economiche sono aggravate dal fatto che gli stipendi non tengono il passo con l’inflazione, creando ulteriore instabilità.
Il documento della Caritas analizza anche le condizioni dei senza fissa dimora e degli anziani, categorie sempre più vulnerabili alla povertà cronica. Tra gli assistiti dalla rete Caritas, la percentuale di persone straniere aiutate con beni di prima necessità è scesa al 57%, anche a causa della diminuzione delle presenze ucraine nel nostro Paese.
Inoltre le forme di povertà intermittente e cronica continuano a crescere, colpendo soprattutto quei nuclei familiari che oscillano tra condizioni di bisogno e vulnerabilità prolungata.
In conclusione, il Rapporto “Povertà 2024” della Caritas italiana dipinge un quadro preoccupante della povertà in Italia, sottolineando la necessità di interventi strutturali e politiche sociali più efficaci per affrontare un problema che coinvolge milioni di persone e che continua a peggiorare anno dopo anno.