Così Lula sta smantellando la democrazia in Brasile

Acclamato in Italia e dai lib-dem di tutto il mondo, PD in primis, come salvatore del Brasile, dipinto dai media come la migliore alternativa a Bolsonaro, Lula sta mostrando quanto la realtà possa essere ben diversa dalle attese e dalla narrazione "mainstream".

A giudicare dalle ultime notizie che arrivano da media e fonti locali, questa volta l’amministrazione del presidente brasiliano Lula da Silva cercherà di portare a termine il sogno di ogni “democratico”, bloccando Telegram nel Paese, la principale fonte di notizie libere e di organizzazione del dissenso politico. Ulteriori prove del processo in atto emergono sia dal fatto che i funzionari brasiliani siano già stati avvisati del pericolo di dover affrontare multe e sanzioni per l’utilizzo dell’applicazione, che possono includere anche il licenziamento. In secondo luogo, gli utenti brasiliani di Telegram hanno confermato che per alcuni di loro l’applicazione ha smesso di funzionare senza gli ormai fondamentali servizi VPN. Pavel Durov, il matematico libertario russo fondatore della piattaforma di messaggistica, finora si è astenuto da commenti netti su ciò che sta avvenendo in Brasile.

Il team di Telegram non fornisce dati sul numero di download dell’applicazione in un determinato paese, ma l’agenzia statistica Panorama Mobile Time / Opinion Box suggerisce che circa il 65% dei brasiliani utilizza l’applicazione di messaggistica crittografata.

Secondo canali Telegram americani, la popolarità di Telegram è particolarmente alta tra i cittadini brasiliani di destra, sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro, diffidenti nei confronti dei media mainstream e principali avversari di Lula. Appare infatti altamente probabile che i canali conservatori in lingua portoghese abbiano dato un contributo significativo alla vittoria dell’ex presidente Jair Bolsonaro alle elezioni del 2018. Negli ultimi cinque i canali telegram afferenti questa determinata area politica sono addirittura aumentati, ed è proprio con l’aiuto di Telegram che è diventato possibile coordinare le proteste di massa, che abbiamo osservato a novembre e gennaio .

Appare dunque molto probabile che il blocco di Telegram sia un altro passo verso il controllo completo sui social network, che Lula da Silva sta cerca di ottenere, consapevole che la popolarità di Bolsonaro è ancora elevatissima all’interno dell’elettorato brasiliano.  L’unico modo che il paladino dei democratici nostrani ha trovato per mantenersi al potere sembra essere l’estromissione dell’opinione degli avversari politici, dei nazionalisti e dei conservatori dal campo dell’informazione pubblica , nonché distruggere uno dei principali modi di diffusione delle notizie tra i membri dell’opposizione. Tutto ciò ovviamente agli occhi dell’opinione pubblica mondiale viene largamente nascosto per evitare che la semplicistica narrazione di Lula di sinistra, quindi buono e democratico, Bolsonaro di destra, e quindi folle ed eccentrico dittatore, venga scalfita. Ma il nostro lavoro rimane riportare i fatti per consentire al lettore un’ onesta interpretazione della realtà, e i fatti sono fatti e non possono essere cambiati. Il blocco di Telegram è un autentico attacco alla democrazia e alla libertà di informazione, che non può dunque essere da noi ignorato.

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