Anche i diplomatici scendono in campo per chiedere al presidente Usa Joe Biden e al governo italiano una svolta verso la vera libertà di informazione. L’unica colpa di Assange resta quella di aver fatto il suo lavoro, mostrando i massacri e i crimini di guerra delle truppe americane impegnate nell’invasione del medio oriente.
In una lettera rivolta al governo italiano, venticinque ex ambasciatori si sono uniti agli appelli già lanciati da parlamentari e organizzazioni umanitarie per la liberazione del giornalista australiano “Essendo convinti che le democrazie prosperano solo se hanno il coraggio di guardarsi allo specchio”, questo il preambolo della lettera appello inviata al Governo da venticinque ex ambasciatori italiani al fine di chiedere al presidente degli Stati Uniti Joe Biden “di rinunciare ad ogni azione contro Julian Assange, in coerenza con quanto fatto da Obama” con il caso Chelsea Manning.
“Solo le dittature silenziano i media. Le vere democrazie trovano il coraggio di svelare ‘di che lagrime gronda e di che sangue’ il Potere. E porvi rimedio”, si legge nella legge prima delle venticinque firme. I diplomatici, si afferma nell’appello, “sono tra i primi a riconoscere quanto può nuocere la fuga di rapporti e altri documenti riservati. Ma se la ‘riservatezza’ serve a celare crimini di guerra, prevale il dovere del funzionario di denunciarli e il diritto del giornalista di renderli pubblici, si tratti o no di scoop. Va ricordato che nel 2004, durante l’invasione dell’Iraq, 52 ex-diplomatici britannici e 27 ex-ambasciatori e generali americani di alto rango uscirono dal loro riserbo con due durissime lettere di critica a Blair e a Bush”.
La lettera è stata firmata, in ordine alfabetico, da: Marco Baccin, Francesco Bascone, Mario Boffo, Rocco Cangelosi, Torquato Cardilli, Giuseppe Cassini, Fabio Cristiani, Antonio D’Andria, Anna Della Croce, Enrico De Maio, Patrizio Fondi, Paolo Foresti, Giovanni Germano, Elisabetta Kelescian, Maurizio Lo Re, Luigi Maccotta, Roberto Mazzotta, Enrico Nardi, Angelo Persiani, Alessandro Pietromarchi, Michelangelo Pipan, Giancarlo Riccio, Antonio Tarelli, Maurizio Teucci, Bernardo Uguccioni.