Di Maio nominato rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico

La nuova avventura frutterà all'ex Ministro degli Esteri più di dodicimila euro netti al mese, regime fiscale speciale, passaporto diplomatico e copertura totale delle spese dello staff.

O,6% il risultato di impegno civico, l’ultimo progetto elettorale varato da Di Maio e schiarato al fianco del PD. Sembrava finito, ma la lealtà a Draghi ha pagato all’ex leader del Movimento Cinque Stelle ben più che il rispetto per il voto degli elettori. L’incarnazione vivente della malafede, dell’impreparazione e dell’opportunismo ha ottenuto per se la certezza di una nuova roboante poltrona. Quasi tutti si ricorderanno la roboante campagna elettorale dell’ex Ministro perpetuo della scorsa legislatura, sempre in piedi, con qualsiasi maggioranza. “Basta Euro, basta Europa” disse, quell’Europa che poi da Ministro ha servito uccidendo con un fendente alle spalle chiunque davvero aveva creduto alle sue parole, e la stessa Europa che ora gli offre i tanto agognati trenta denari.

La nomina di Luigi Di Maio è stata raccomandata “dopo un’attenta riflessione” in una lettera del 21 aprile dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea Josep Borrell, il quale sostiene che “da ex ministro degli Esteri dell’Italia, Di Maio ha il profilo politico e il livello internazionale necessari per questo ruolo. I suoi diffusi contatti con i paesi del Golfo gli permetteranno di relazionarsi con gli attori più rilevanti al giusto livello”.

Un ruolo in realtà creato ad hoc per Di Maio tramite una proposta da Borrell in una lettera del 28 luglio scorso. L’inviato speciale Ue per il Golfo Persico non è infatti mai esistito in precedenza,  ma è stato a seguito della crisi energetica e dell’accresciuta importanza politica di paesi una volta più marginali, come ad esempio Emirati e Qatar, che hanno spinto Bruxelles ad istituire questa nuova discutibile carica. La candidatura di Di Maio sarebbe stata appoggiata e trasmessa all’Alto rappresentante dal governo Draghi, l’attuale esecutivo avrebbe espresso invece un fermo disappunto. 

L’iter prevede ora l’adozione della proposta da parte del Consiglio Europeo e il voto, senza discussione, a maggioranza qualificata di almeno quindici paesi dei ventisette membri, che rappresentino al contempo almeno il 65% della popolazione dell’Unione Europea. Secondo fonti accreditate Di Maio avrebbe la quasi matematica certezza di ottenere l’incarico.

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