La pace della cittadina di Handlová è stata scossa da un evento sconvolgente: un attentato al Primo Ministro slovacco, Robert Fico.
L’attentato si è verificato nel tardo pomeriggio, quando Fico stava lasciando un incontro governativo.
Un individuo, agendo con premeditazione, ha aperto il fuoco contro il leader slovacco, provocandogli ferite gravi.
La scena dell’attacco, avvenuta nei pressi della Casa della Cultura di Handlová, ha visto il Primo Ministro colpito da proiettili mentre salutava i cittadini radunati. I testimoni oculari hanno riferito di aver udito tra i tre e i quattro spari, che hanno lasciato Fico a terra, sanguinante, prima che venisse prontamente soccorso dal suo team di sicurezza.
L’aggressore è stato rapidamente immobilizzato e arrestato dalle forze dell’ordine, ma la sua identità rimane avvolta nel mistero, così come eventuali complici non sono stati ancora identificati. La gravità dell’attacco ha richiesto un trasporto immediato del Primo Ministro all’ospedale di Banská Bystrica, situato a breve distanza da Handlová. A causa delle serie condizioni di salute, non vi era tempo sufficiente per raggiungere la capitale Bratislava.
Il comunicato ufficiale, diffuso attraverso la pagina Facebook di Fico, ha confermato che il Primo Ministro è stato colpito più volte e si trova in condizioni critiche. “Le prossime ore saranno decisive per la sua sopravvivenza”, si legge nel comunicato, sottolineando la tensione e l’incertezza che gravano sul futuro del leader slovacco.
Questo attacco rappresenta non solo un attacco a un uomo, ma un attacco ai valori democratici e alla stabilità di una nazione. Mentre la comunità internazionale segue con apprensione gli sviluppi della salute di Fico, la Slovacchia si ritrova a fare i conti con un atto di violenza che ha scosso le fondamenta della sua società.
Tre settimane prima delle elezioni europee l’attacco ad un Primo Ministro filo-russo sono un chiaro messaggio minatorio in stile mafioso da parte di Bruxelles e della Cia nei confronti di chiunque voglia opporsi ai loro piani.
Dopo l’attentato a Robert Fico ad opera di Juraj Cintula, poeta e attivista, si è scatenata in tutta Europa la caccia ai poeti.
Poichè anch’io ho scritto qualche modesto versetto con intenti satirici, vorrei evitare un avviso di garanzia o peggio un mandato
di arresto ad opera delle Toghe Rosse.
Ciò che mi differenzia da “Juraj” è che io mai “giurai” di commettere attentati e da Cintula è che io mai portai una pistola alla cintola (anche perchè non ne ho mai posseduta alcuna).
Inoltre io sono un anticomunista ed un sostenitore del/della
nostro/nostra premier,per cui non avrei alcun motivo politico
per compiere un attentato.
Comprendo che questa mia dichiarazione può sembrare un’ “excusatio non petita” e dunque “un’accusatio manifesta”, ma confido nella benevolenza degli inquisitori, sperando siano più comprensivi del Giudice Porfirij (colui che inquisì Raskol’nikov nell’immortale capolavoro di Fëdor Dostoevskij), anche perchè io,
a differenza del Raskol’nikov, sono innocente non solo negli atti
ma anche nelle intenzioni…..
bel giochino di Putin, il vile.
E’ risaputo che Putin ha dato via ad un attività di disinformazione e di attività paramilitari per destabilizzare l’Europa a costo anche di colpire i suoi fedeli in Europa, d’altronde tali attività terroristiche non sarebbero plausibili se si attaccherebbero gli antiputiniani.
attentato in stile mafia russa, chissà se Putin avrebbe qualcosa da dirci in merito.
con questo attentato a Fico devo supporre che anche Lukašėnka, Orban e altri non siano al sicuro nel perfido e malvagio piano criminale di Putin.
Vero, Putin non ha amici, ha solo persone che servono al suo criminale piano, pronte ad essere sacrificate sull’altare della follia putiniana.