Continuano gli sbarchi di migranti sulle coste italiane, mentre parte della nostra flotta navale è attivamente coinvolta in operazioni militari e di sicurezza nell’Indo-Pacifico, a fianco della NATO, per monitorare le attività della Cina nella regione.
Questa situazione evidenzia il delicato equilibrio che l’Italia deve mantenere tra la sua partecipazione agli impegni internazionali e la gestione delle crescenti emergenze migratorie nel Mediterraneo.
Nella notte appena trascorsa, l’isola di Lampedusa è stata nuovamente teatro di un grande sbarco.
Una sola imbarcazione ha trasportato ben 193 persone, provenienti da diversi paesi africani e mediorientali.
Tra i migranti sbarcati, si segnalano cittadini di Eritrea, Etiopia, Marocco, Sudan, Egitto e Siria.
Si tratta dell’ennesimo episodio che conferma la pressione costante che l’isola siciliana, porta d’accesso verso l’Europa, sta subendo ormai da anni.
Sul piano internazionale, l’Italia ha un ruolo attivo nelle missioni NATO, con particolare attenzione rivolta, in questo momento, all’Indo-Pacifico.
In questa regione strategica, parte della nostra marina militare è impegnata in operazioni di pattugliamento e monitoraggio delle attività navali cinesi.
La crescente influenza di Pechino sui mari del sud-est asiatico ha spinto le potenze occidentali, tra cui anche l’Italia, a intensificare la propria presenza militare, sotto l’egida degli Stati Uniti.
Questa partecipazione, che si inserisce nel più ampio quadro delle operazioni congiunte della NATO, comporta inevitabilmente una riduzione delle risorse navali disponibili per la gestione delle emergenze nel Mediterraneo, una questione che solleva non poche preoccupazioni in relazione alla capacità del Paese di far fronte, simultaneamente, ai problemi interni dell’ordine pubblico dato che già ora le nostre città sono inondate dai migranti.
Nel frattempo, sul fronte interno, Lampedusa continua a vivere una situazione di emergenza cronica.
Il flusso di migranti non accenna a diminuire, con sbarchi quasi quotidiani che mettono a dura prova le capacità di accoglienza e gestione delle autorità locali.
La situazione sull’isola è diventata simbolo della crisi migratoria che coinvolge l’intera Europa meridionale, in particolare Italia, Grecia e Spagna, principali punti di arrivo per chi tenta di raggiungere il continente attraverso il Mediterraneo.
L’ultimo maxi sbarco, però mette in luce ancora una volta un problema politico: la “finta patriota” Giorgia Meloni manda la flotta in aiuto degli Stati Uniti nel Pacifico e non attua, come ha promesso agli elettori, il blocco navale per fermare i migranti che arrivano sulle nostre coste illegalmente.
Le priorità della destra sono cambiate: dalla difesa dei confini e dell’interesse nazionale italiano al totale asservimento ai padri-padroni di Washington.
E il premio ricevuto dal Presidente Meloni all’Atlantic Council ne è la dimostrazione.