Caso Artem Uss: è scontro tra Ministero e Magistrati

Nel corso dellʼinformativa alla Camera dei Deputati il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha puntato il dito sui magistrati di Milano: "Chiesi ai giudici di farlo restare in carcere".

“Cʼè una nota del 20 ottobre 2022 con cui il ministero della Giustizia comunicava alla Corte dʼAppello la volontà di mantenimento della misura cautelare in carcere allo scopo di assicurare la consegna dellʼimprenditore russo alle autorità statunitensi”, questa la versione del Ministro Carlo Nordio, che non coincide però con quella dei magistrati. Una nota, quella ministeriale, che in ogni caso altro non sarebbe che la “ripetizione pedissequa” di quanto già espresso più volte, tramite l’ambasciata, direttamente dagli americani, che si dicono “esterrefatti” per la fuga.

In ogni caso il Ministero ha ora già avviato un procedimento disciplinare contro i tre giudici della Corte d’Appello di Milano che avevano disposto gli arresti domiciliari. Un’azione di questo genere è un fatto inedito e le motivazioni non sono ancora state rese pubbliche. Tutto ciò ha contribuito a scatenare la comprensibile reazione dell’Associazione nazionale magistrati, che tramite il presidente Giuseppe Santalucia ha fatto pervenire la seguente nota: “L’intervento di Nordio minaccia l’autonomia dei magistrati”, è incomprensibile, inaccettabile ma soprattutto un fuor d’opera”. Il ministro “non indica violazioni macroscopiche ma solo circostanze che potevano essere valutate diversamente da come ha fatto la Corte d’Appello milanese”. Il problema è che non può essere Nordio “il giudice della discrezionalità dei giudici. Questo non è consentito. Si tratta di una confusione dei ruoli”.

Nel frattempo Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha firmato un decreto per il congelamento di «beni e fondi» in Italia dell’imprenditore russo ricercato dagli Stati Uniti.

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