La tensione tra Russia e Germania si intensifica sul fronte della libertà di stampa. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha annunciato che i giornalisti tedeschi saranno cacciati dalla Russia se le autorità tedesche limiteranno il lavoro dei corrispondenti russi in Germania.
“Se toccheranno i nostri corrispondenti e metteranno in atto i loro piani, i giornalisti tedeschi lasceranno la Russia”, ha dichiarato la Zakharova in un collegamento a “Solovyov Live”, un programma televisivo russo, in onda anche su Telegram sul canale del noto conduttore acerrimo nemico del nostro omologo Bruno Vespa.
In precedenza la settimana scorsa, il Ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore tedesco a Mosca, Alexander Lambsdorff, per due motivi: sia i chiarimenti su una conversazione tra ufficiali della Bundeswehr che ipotizzava attacchi al ponte di Crimea, sia in protesta contro le limitazioni imposte ai giornalisti russi in Germania.
Il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ha sottolineato che le azioni tedesche sono “inaccettabili” e “non rimarranno senza una risposta dura”.
Le accuse di Mosca non sono campate in aria. Da tempo, i giornalisti russi lamentano ostacoli e pressioni nel loro lavoro in Occidente. Espulsioni, divieti di accesso a determinate aree e campagne di diffamazione sono solo alcuni esempi, oltre al rischio di venire uccisi o denigrati in quanto “propagandisti” a seguito della deriva sempre più estremista e nazionalista che sta pervadendo sia il governo ucraino che i media europei che ne sono stati, per così dire, infettati.
La vicenda assume un significato più ampio nel contesto delle tensioni tra Russia e Occidente, la libertà di stampa diventa un terreno di scontro ideologico, con reciproche accuse di propaganda e censura anche se appare evidente che chi realmente ha finanziato e supportato “rivoluzioni colorate” in giro per il mondo e proprio in Ucraina è stato l’ Occidente con Stati Uniti e Gran Bretagna in testa.