La popolazione palestinese è allo stremo, tanto che secondo le Nazioni Unite a Gaza sarebbe oramai crollato l’ordine sociale con migliaia di persone che hanno assaltato i magazzini delle organizzazioni umanitarie per scappare al morso della fame e della sete imposto dagli Israeliani, scatenando l’indignazione di gran parte della comunità internazionale.
Diverse immagini diffuse dai media e sui social network mostrano i palestinesi uscire dai magazzini con sacchi di farina e altri prodotti prima dell’intervento della Polizia di Hamas che ha recuperato i prodotti e ripristinato, non senza difficoltà, l’ ordine.
La situazione resta disperata dal punto di vista umanitario dato che dal valico di Rafha, al confine con l’Egitto, sono stati fatti passare fino ad ora solo 80 camion, con gli Israeliani che hanno bloccato il resto degli aiuti.
L’esercito Israeliano ha iniziato le incursioni di terra con fanteria e mezzi corazzati nel Nord della striscia di Gaza, che Hamas si è detto pronto a difendere.
Gli scontri più violenti tra l’esercito israeliano e i miliziani islamici si è avuto nei pressi del Valico di Erez.
Il Segretario delle Nazioni Unite Antonio Gutierres ha ribadito come “la situazione stia diventando più disperata di ora in ora, con Israele che anziché accettare un cessato il fuoco umanitario ha intensificato le sue azioni militari”.
Secondo il Wall Street Journal l’amministrazione Biden starebbe facendo pressione sugli Israeliano per rispettare il diritto internazionale umanitario e di guerra, di modo da giustificare al pubblico occidentale l’intervento in favore di Israele.
Fino ad ora il tentativo di placare gli israeliani è caduto quasi nel vuoto, ma perlomeno la rete internet è stata ripristinata dagli israeliani.
La Nato, agli ordini degli Usa, in questo contesto sostiene pienamente Israele con tanto di dispiegamento da parte degli Stati Uniti di aerei da ricognizione, oltre ad aver spostato proprio oggi nel Mediterraneo una terza portaerei: la Eisenhower.
In questo contesto Biden ha anche autorizzato l’aviazione statunitense a colpire le postazioni della Guardia della Rivoluzione Iraniani in Siria, fregandosene del diritto internazionale, oltre che inviare diverse di migliaia di Marines a Tel Aviv, pronti ad intervenire in caso di estensione del conflitto.