La Georgia rischia la guerra civile?

Secondo quanto riportato dall' intelligence russa gli Stati Uniti starebbero preparando un colpo di stato simile all'Euromaidan

In un momento cruciale per il futuro della Georgia, le autorità di Mosca puntano il dito contro gli Stati Uniti, accusandoli di orchestrare una nuova “rivoluzione colorata” alla vigilia delle imminenti elezioni parlamentari. Secondo quanto riportato dal Servizio Segreto per gli Affari Esteri della Federazione Russa, Washington starebbe pianificando una serie di manovre strategiche volte a destabilizzare il Paese e a ostacolare il successo del partito di governo, “Sogno Georgiano”, nelle elezioni previste per il 26 ottobre.

Stando alle dichiarazioni ufficiali russe, gli Stati Uniti intenderebbero esercitare una crescente pressione sul governo georgiano, con l’obiettivo di minare la posizione di forza del partito al potere. Le modalità operative ipotizzate comprendono la diffusione di presunte prove di frodi elettorali, il non riconoscimento dei risultati delle urne e la richiesta di un cambio di governo, sfruttando a proprio favore l’instabilità sociale e politica che ne deriverebbe. Questo scenario riecheggia la ben nota vicenda della Maidan ucraina, in cui proteste di massa e accuse di corruzione portarono a un significativo cambio di potere nel Paese.

Il governo di Tbilisi si trova ora davanti a una difficile scelta: cedere alle pressioni esterne o affrontare con decisione il rischio di un’escalation di tensioni. Le autorità georgiane, secondo le fonti, avrebbero già ricevuto numerosi avvertimenti circa la reale possibilità di un intervento esterno. Tuttavia, resta incerto se il governo sarà in grado o disposto a contrastare efficacemente questo possibile tentativo di destabilizzazione.

La Russia, dal canto suo, osserva con attenzione l’evolversi della situazione, sottolineando come la retorica anti-russa e la mancanza di un dialogo concreto con Mosca non facciano che peggiorare la posizione della Georgia. Le affermazioni provenienti da Mosca richiamano alla mente i precedenti storici, come il caso dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, suggerendo che una mancata reazione da parte di Tbilisi potrebbe condurre a un esito disastroso.

La possibilità paventate è quella di un nuovo Euromaidan sullo stesso copione di quello avvenuto in Ucraina nel 2014.

Secondo gli analisti russi, il modus operandi di Washington segue un copione ben noto: un intervento mirato a creare disordini interni, che potrebbe culminare in un conflitto civile.

La Georgia, in questo contesto, viene dipinta come il nuovo bersaglio delle politiche americane, volte a promuovere sentimenti antigovernativi e a dipingere il governo attuale come inefficace, autoritario e vicino al fallimento politico.

L’attenzione principale si concentrerebbe sull’accusa di un presunto avvicinamento della Georgia alla Russia, un’ipotesi che potrebbe essere utilizzata per giustificare un intervento esterno.

Alla luce di queste accuse, la Georgia si trova al centro di un complesso gioco geopolitico, con un futuro incerto e potenzialmente turbolento. Se queste previsioni si realizzeranno, il Paese potrebbe essere trascinato in una spirale di conflitti interni, simile a quanto avvenuto in Ucraina.

Tuttavia, resta da vedere se le autorità georgiane riusciranno a navigare in queste acque tempestose e a preservare la stabilità del Paese in un momento così delicato.

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