La quota di civili morti nella striscia di Gaza ha raggiunto quota 22mila, una cifra spaventosa e disumana che ha spinto persino il Segretario di Stato americano Antony Blinken ad incalzare Netanyahu e a dichiarare pubblicamente che per gli Stati Uniti “i morti civili a Gaza sono troppi e stanno pagando un prezzo troppo alto”.
Blinken ha poi ribadito come gli Stati Uniti rimangono il più importante e fedele alleato di Israele, ma ha anche ribadito come Washington stia facendo pressioni su Tel Aviv per permettere la creazione di uno stato palestinese democratico, una soluzione che rimane l’ unica via per garantire una pace duratura in Medio Oriente.
All’ atto pratico però le Forze Armate Israeliane stanno decimando la popolazione civile palestinese in un’ opera di vera e propria pulizia etnica mirata ad allontanare per sempre i Palestinesi dalla Striscia di Gaza anche tramite demolizioni controllate di edifici e bombardamenti a tappeto su obiettivi civili come scuole, ospedali o campi profughi.
Una mattanza che sta lasciando attonito il mondo, con il Sudafrica che ha presentato un esposto alla Corte Penale Internazionale dell’ Aia per condannare le azioni di Israele e di Netanyahu.
Nella realtà però la Corte Penale Internazionale è un organo giudiziario occidentale prettamente politico, controllato dagli Stati Europei e dalla Gran Bretagna, risulta dunque estremamente difficile una messa in stato d’ accusa di Netanyahu, ed anche se la Corte decidesse di perseguirlo Israele non avendo ratificato la convenzione sarebbe totalmente immune alle decisioni del tribunale dell’ Aia, al pari di Ucraina, Russia, Cina, Stati Uniti e della maggior parte delle restanti grandi potenze regionali che non si sono piegate alla volontà di Londra e Bruxelles.
Nel frattempo l’escalation sale vertiginosamente con gli Stati Uniti che tramite la loro flotta schierata nel Mar Rosso hanno intercettato 24 tra missili e droni e le tensioni al confine con il Libano che si fanno sempre più preoccupanti.