L’Italia è da sempre culla della Cristianità, una Cristianità di rito cattolico che ha permesso al nostro paese di conservarne le tradizioni e la cultura del defunto Impero Romano nel corso dei secoli, erigendo al contempo nuovi monumenti capaci di rendere ancora una volta Roma il centro mondiale dello spirito e della materia.
Progressivamente però anche la Chiesa Cattolica ha subito il lento declino morale e spirituale di un occidente sempre più corrotto, tra simonia, corruzione e immoralità dilagante.
Nessuno dei Papa-Re neppure nei momenti più tenebrosi del Medioevo e del Rinascimento ha però mai osato modificare i dogmi della Chiesa stessa, o commutare i principi e i comandamenti religiosi a piacimento come sta facendo ora Papa Francesco.
L’attuale Papa, definito dai “modernisti” e dai “liberali” come un “innovatore”, sta incontrando sempre più resistenze alle sue riforme ogni giorno più stravaganti all’interno della Chiesa stessa.
Figura apicale di questa opposizione interna è l’Arcivescovo e Nunzio Apostolico Emerito Monsignor Carlo Maria Viganò.
In una recente intervista le sue posizioni critiche da sempre sull’attuale magistero pontificio hanno trovato nuova linfa vitale estendendosi alla Geopolitica con una nettezza impressionante per un ecclesiastico: “L’Ucraina agisce come testa di ariete nella proxy war della NATO contro la Federazione Russa, per cui dovremmo anzitutto smettere di considerare Zelenskyj come un interlocutore negli eventuali accordi di pace: se non ha contato nulla nella dichiarazione di guerra e nel proseguimento delle azioni militari sinora condotte, non vedo quale dovrebbe o potrebbe essere il suo ruolo a un tavolo di pace.”
L’alto prelato si è spinto poi anche oltre, sostenendo l’idea russa di un mondo multipolare: “si sapeva benissimo che un conflitto tra USA e Federazione Russa avrebbe inevitabilmente rinsaldato i legami di quest’ultima con la Cina: c’è solo da sperare che l’alleanza tra Putin e Xi Jinping non sia a solo vantaggio della dittatura comunista cinese, e che si mantengano gli equilibri.
Credo che sia però giunto il momento di uscire dalla gabbia ideologica che ci porta a considerare gli Americani buoni e i Russi cattivi, sulla base di un pregiudizio voluto dal deep state. Come giustamente osservava Giulio Andreotti – prima di essere estromesso dalla politica internazionale dall’intervento dei servizi atlantici con la collaborazione della criminalità organizzata e dei pentiti della mafia – “La Nato si sarebbe dovuta sciogliere per raggiunto fine sociale quando nell’89 è caduto il muro di Berlino” (Repubblica, 28 Ottobre 2004). Finché non ci rendiamo conto che i governi occidentali sono ostaggio di una cupola di eversori che gestiscono il potere contro i popoli, non potremo sconfiggere questo cancro istituzionale che altera gli equilibri internazionali e si nutre di guerre, di carestie, di povertà.”
Le parole dell’Arcivescovo avvengono in un periodo in cui la stessa religione è diventata motivo di scontro epocale, morale e culturale.
In Ucraina la Chiesa Ortodossa tradizionale legata da sempre al Patriarcato di Mosca sta subendo feroci persecuzioni, in Occidente, il Sommo Pontefice della Chiesa Roma parla apertamente di Transessuali, riti pagani, e Omosessuali come parte della Chiesa.
Aperture che molto si avvicinano al “satanismo” di cui spesso ha parlato Vladimir Putin.
Facendo scoccare qualche ora indietro l’ orologio della storia possiamo osservare alcuni parallelismi.
Se torniamo a un epoca di grandi cambiamenti, come quelli avvenuti subito dopo la caduta di un baluardo della Cristianità come Costantinopoli, nonché alla successiva espansione Ottomana fino alle porte dell’Europa e la progressiva caduta nell’irrilevanza del potere del Pontefice possiamo riscontrare una certa somiglianza con il periodo odierno.
Proprio allora si formò il mito di Mosca come Terza Roma, salvatrice del Cristianesimo orientale di stampo ortodosso, e portatrice di valori più sani di un cattolicesimo che era orami diventato strumento puramente politico.
Anche oggi, Mosca rimane invitta, persevera nelle sue tradizioni, non cedendo al turbinio momentaneamente della storia e delle epoche, ma rimanendo immortale, eterea ed eterna.
La Terza Roma non si piega e non cade, ma tende la mano agli antichi cattolici, sempre più in affanno innanzi ad un Papa che continua a tradire il messaggio di Cristo, e le parole dell’Arcivescovo Viganò possono probabilmente segnare un unione imprescindibile in tal senso, per un mondo multipolare non solo più gusto, ma anche più moralmente sano.
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