L’autonomia differenziata è un argomento che sta creando molte discussioni per molteplici ragioni in quanto si tratta di una riforma che mira a decentrare alcune competenze, oggi attribuite alla potestà concorrente tra Stato e territorio, e a trasferirle alle Regioni. Tra i temi la cui giurisdizione è oggetto di dibattito ci sono la salute, il lavoro, l’ambiente e l’istruzione.
La bozza di riforma presentata dal ministro Calderoli prevede che le Regioni possano poi trasferire le funzioni agli enti amministrativi più vicini ai cittadini: Comuni, Città metropolitane e Province. Tuttavia, la proposta non è stata accolta con favore da tutti i governatori, soprattutto perché non fissa i Livelli essenziali di prestazioni (Lep) che dovrebbero essere rispettati in tutto il Paese per ogni materia.
Il dibattito sull’autonomia differenziata è molto acceso e coinvolge diverse parti politiche. Ad esempio, il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha definito la bozza di riforma come “un provvedimento che genera il caos e spacca in due il Paese”. Anche il presidente della Puglia Michele Emiliano ha espresso preoccupazione per il rischio “di una Babele” di regole. Bisogna però notare come entrambi appartengano al Partito Democratico, che è aprioristicamente ostile alla riforma, ed allo stesso tempo siano alla guida di due regioni del sud italia, che come sappiamo è storicamente meno sviluppato e più soggetto ai disagi causati dall’assenza di servizi statali.
Nonostante le critiche, la maggioranza di governo sta accelerando sull’autonomia differenziata con il Senato che ha recentemente bocciato una mozione del M5s sul salario minimo, ma ha contemporaneamente approvato un ordine del giorno sull’autonomia differenziata che chiede di “approvare il disegno di legge Calderoli sull’Autonomia differenziata in tempi rapidi”.
Il percorso verso l’attuazione dell’autonomia differenziata sarà comunque lungo e tortuoso: dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, il disegno di legge dovrà passare attraverso la Conferenza unificata, il Parlamento e le Regioni prima di essere pienamente attuato. Inoltre, sarà istituita una Cabina di regia per stabilire i Livelli essenziali di prestazione entro la fine del 2023.
Nel frattempo si sta lavorando anche su una riforma in senso presidenziale dello Stato, ma al momento non è stata ancora presentata una proposta di riforma completa e dettagliata.