La riforma è stata presentata dal Ministro Carlo Nordio, e prevede notevoli cambiamenti, soprattutto in ambito penale.
In primo luogo sarà cancellato il reato di abuso di ufficio, al fine di velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche e di snellire la burocrazia statale. Una svolta in senso garantista sarà invece costituita dalla possibilità di limitare la pubblicazione delle intercettazioni sui giornali e il potere di appello dei pubblici ministeri, che sarà notevolmente ridotto.
Al riguardo il ministro della giustizia Carlo Nordio ha dichiarato: «Spero che l’ approvazione di questa riforma ora passi all’esame del Parlamento nel più breve tempo possibile e auspico che l’opposizione faccia sì il suo lavoro ma in termini razionali, non emotivi», nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi a poi dedicato un pensiero allo scomparso Silvio Berlusconi: «il rammarico più grande è che non abbia potuto assistere al primo dei tanti passaggi che avremo per realizzare quella che chiamiamo una giustizia giusta».
La riforma modifica solamente otto disposizioni di legge ma annuncia cambiamenti profondi e notevoli, promettendo una vera svolta in senso garantista del sistema giudiziario italiano, una delle maggiori prove di ciò è la decisione di rimodulare le caratteristiche delle misure cautelari. Il vaglio dell’applicazione della reclusione cautelare in carcere sarà ora determinato da un colloquio di più magistrati e non più da un organo monocratico, estendendo dunque le garanzie di equo processo dei potenziali detenuti. Per fare ciò il Ministero della giustizia assumerà oltre 250 nuove toghe entro il 2024, tramite apposito concorso pubblico.
La riforma prevede anche che la notifica dell’avviso di garanzia, il documento con cui l’indagato apprende che c’è un procedimento penale a suo carico, dovrà essere notificato garantendo la riservatezza del destinatario. Senza divulgazione a terzi. In questo modo, finalmente, la colpevolezza sarà stabilita dagli organi competenti sulla base dei fatti e del diritto, e non sul mero sentimento popolare in seguito alla tempesta mediatica che colpisce qualsiasi indagato.
La riforma sembra dunque un grande passo in avanti per l’Italia, sempre che il governo riesca a portarla a termine.