Secondo quanto riportato dalle stesse Nazioni Unite dallo scoppio della guerra israelo-palestinese, hanno perso la vita più collaboratori delle Nazioni Unite che in qualsiasi altro periodo nella storia dell’Onu.
Proprio per questo il Segretario Generale della Nazioni Unite Antonio Gutierres ha usato parole via via sempre più dure nei confronti dello Stato Ebraico tanto da accusare Israele di start trasformando Gaza “in un cimitero di Bambini”.
Parole purtroppo quantomai veritiere, soprattutto dopo l’annuncio da parte del Ministero della Sanità di Gaza che sarebbero oramai ben più di 10.000 i civili morti nel corso dei bombardamenti israeliani.
Ha fatto poi il giro del web un video dove un carro armato Israeliano ha sparato a bruciapelo contro una macchina di rifugiati palestinesi in fuga dagli orrori della guerra.
Nel frattempo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha annunciato in un comunicato che il bilancio delle vittime del suo personale è salito a ben 88 dall’inizio delle operazioni Israeliane nella striscia di Gaza.
Anche i giornalisti sono diventati un bersaglio dei raid Israeliani, tanto che, a seguito delle numerose perdite, l’organizzazione Reporter senza frontiere ha annunciato che citerà Israele in giudizio presso la Corte Penale Internazionale, un’ autorità che però né Israele né gli Stati Uniti riconoscono e che dunque rivela ancora una volta la sua funzione puramente politica e propagandistica.
Gli Israeliani stanno riuscendo ad avanzare sempre più in profondità all’interno della striscia di Gaza, distruggendo ogni edificio, alla ricerca dei tunnel di Hamas.
L’esercito israeliano continua ad avanzare nelle aree urbane alla periferia di Gaza City . I palestinesi contrattaccano dai tunnel e dalle labirintiche strade cittadine. La lotta per i palestinesi sembra del tutto disperata, con anche le rivolte in Cisgiordania che finiscono con arresti di massa e fucilazioni.
In questo senso l’intervento di Hezbollah, alleato diretto dell’Iran, al momento propizio potrebbe portare un serio beneficio, quantomeno politico, a Teheran che potrebbe assumere la guida del mondo arabo dopo la “salvezza dei palestinesi”.