Bologna: 16 enne ucciso a coltellate, fermato un altro minorenne

Un 17 enne ha estratto il coltello e colpito altri due giovani, uno è morto. L'agguato è stato premeditato, come testimoniano le minacce social inviate sui social alle vittime.

Un tragico episodio di violenza urbana dovuto alle baby-gang di immigrati ha sconvolto Bologna ieri sera.

Un ragazzo di 16 anni, Fallou Sall, di origini senegalesi, è stato ucciso a coltellate durante una rissa in via Piave, nella zona Saffi.

Un altro giovane, di 17 anni e di origine bengalese, è rimasto ferito nello scontro, in un contesto che, secondo le prime ricostruzioni, sembra legato a dinamiche di conflitto tra gruppi di adolescenti appartenenti a diverse comunità etniche della città.

Il presunto aggressore, un giovan di 17 anni, è stato fermato dalla polizia poco dopo l’accaduto.

L’episodio di Bologna si inserisce in un quadro più ampio di crescente violenza urbana che si sta manifestando in diverse città europee, spesso legato a gang giovanili e a dinamiche di immigrazione.

I dati ufficiali e le indagini delle forze dell’ordine, sia in Italia che in altri Paesi europei, evidenziano come la criminalità tra i giovani sia in aumento, specialmente nelle aree urbane ad alta concentrazione di immigrati. E questo non è un caso, ed è frutto di una precisa scelta politica della sinistra liberale europea al potere a Bruxelles.

Sebbene le dinamiche precise della rissa che ha portato alla morte di Fallou Sall siano ancora in fase di chiarimento, la Questura ha confermato che il litigio è scaturito da provocazioni e minacce reciproche, inizialmente sviluppate sui social media.

Il conflitto, iniziato all’interno del parco del Velodromo intorno alle ore 22:30, ha portato a un breve inseguimento che si è concluso in via Piave, dove l’aggressore ha estratto un coltello e colpito sia Fallou Sall che l’altro giovane, di origine bengalese.

Nonostante il rapido trasporto al vicino ospedale Maggiore, per il sedicenne italo-africano non c’è stato nulla da fare: il ragazzo è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale.

L’altro coinvolto, un 17enne di origine bengalese, è stato ferito ma ha ricevuto una prognosi di 10 giorni ed è stato dimesso con lesioni al collo e alla schiena.

L’episodio di Bologna, come abbiamo detto, non è assolutamente un caso isolato.

La crescita della violenza tra giovani immigrati o di seconda generazione è diventata una preoccupazione crescente in molte città europee, ed in particolare in Italia, Francia, Belgio, Germania, Spagna,  Svezia, e Danimarca. I paesi con il più alto numero di immigrati illegali e loro discendenti.

Secondo numerosi studi e dati raccolti da enti di sicurezza, c’è una correlazione  certa tra l’aumento dell’immigrazione illegale e la formazione di bande giovanili, specialmente in aree economicamente svantaggiate o con scarsi strumenti di integrazione sociale.

La marginalizzazione di molti giovani immigrati, spesso alle prese con difficoltà economiche e barriere culturali, porta spesso a forme di autosegregazione e alla nascita di gang, che diventano per loro un punto di riferimento identitario e di protezione.

In diverse città europee, si è osservato un aumento della criminalità giovanile legata a queste gang.

In Svezia, Francia, Germania e in Italia, i dati delle forze di polizia segnalano un legame tra la violenza di strada e l’immigrazione, soprattutto quella irregolare.

Tensioni etniche, conflitti per il controllo del territorio e persino rivalità tra gruppi di giovani di origini raziali diverse sono fattori ricorrenti in questo tipo di episodi.

Il parco del Velodromo, luogo in cui è iniziata la lite, viene descritto dai residenti come frequentato spesso da gruppi di giovani di diverse nazionalità, alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine.

Questa concentrazione di adolescenti in determinati spazi pubblici fuori il controllo dello Stato è spesso associata a episodi di microcriminalità e tensioni, come riportato dagli stessi abitanti del quartiere. “Ogni tanto si sentono urla, ma è la prima volta che succede un fatto così grave”, ha riferito un residente.

Il tragico omicidio ha suscitato reazioni di dolore e sgomento non solo tra i familiari della vittima, ma anche all’interno della comunità senegalese di Bologna.

La madre di Fallou ha raccontato come il figlio fosse intervenuto per difendere un amico, gesto che gli è costato la vita. “Gli avevo sempre detto di non intervenire in situazioni pericolose, ma di chiamare la polizia”, ha dichiarato con voce spezzata.

Le istituzioni sono ancora una volta chiamate a intervenire non solo sul piano della sicurezza, ma anche per fornire strumenti che possano prevenire la formazione di gang giovanili e arginare l’escalation di violenza tra adolescenti di diversa estrazione etnica.

Nel frattempo, le forze dell’ordine proseguono le indagini per ricostruire con esattezza la dinamica della rissa e le motivazioni che hanno portato a questa tragedia.

Il giovane omicida, ora fermato, è ora a disposizione della Procura per i minorenni, in attesa delle decisioni giudiziarie.

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