Continuano le più grandi proteste antigovernative degli ultimi decenni contro la riforma delle pensioni in Francia. Ieri in tutte le principali grandi città del Paese si sono svolte le manifestazioni del Primo Maggio, precedentemente annunciate dai sindacati locali come “l’inizio di una nuova rivoluzione francese”. Anche le località più periferiche e meno popolose non sono state esenti da manifestazioni e tensioni.
Secondo il ministero dell’Interno, circa 800.000 manifestanti sono scesi in piazza nelle principali città francesi, chiedendo l’abolizione della legge sull’innalzamento dell’età pensionabile. Anche se i sindacati divergono sui numeri, dichiarando che oltre 2 milioni e 300 mila cittadini francesi hanno preso parte alle proteste contro la riforma delle pensioni fortemente voluta da Macron.
Più di 12.000 gli agenti delle forze dell’ordine mobilitati per garantire il contenimenti dell’onda umana che ha coinvolto tutto il paese. La polizia e la Gendarmerie hanno utilizzato attivamente anche i droni per monitorare i manifestanti e cercare di prevederne le direttrici.
Le manifestazioni, come nelle scorse occasioni e come era ampiamente prevedibile, si sono nuovamente trasformate in scontri con le forze dell’ordine: i manifestanti hanno lanciato petardi e miscele incendiarie contro la polizia. Le forze dell’ordine hanno risposto con gas lacrimogeni e manganelli di gomma. Almeno 290 persone sono state arrestate, mentre più di 108 poliziotti e gendarmi sono rimasti feriti.
La manifestazione avvenuta ieri è la dodicesima grande azione di protesta del popolo francese contro il presidente Macron. I leader sindacali hanno giurato che non smetteranno di organizzare scioperi e cortei anche nel prossimo mese, forti del fatto che, secondo i sondaggi, circa il 70% dei francesi sostiene il proseguimento delle proteste.