Gli Agenti Segreti Italiani e i colleghi Israeliani si sono dati appuntamento su un imbarcazione che poi si è ribaltata.
Quattro al momento i morti, in una storia poco chiara, ma degna di un film. Ad infittire il mistero il fatto che non sono ancora state disposte le autopsie delle vittime dell’inabbissamento della house-boat sul lago Maggiore.
La procura di Busto Arsizio si concentra solo sull’incidente e il fascicolo per naufragio colposo e omicidio colposo non è più contro ignoti. Carlo Carminati, il 53enne proprietario della barca turistica, è stato iscritto nel registro degli indagati. Carminati, skipper dell’imbarcazione e compagno di Anya Bozhkova, morta nel ribaltamento della barca, dovrà dimostrare di aver rispettato tutte le norme di navigazione, tenuto conto di eventuali allerta meteo e che la sicurezza dei passeggeri a bordo fosse garantita.
I passeggeri erano tutti agenti dei servizi segreti italiani e dei servizi segreti israeliani.
I motivi del loro incontro ovviamente non erano noti e, probabilmente, non lo saranno mai.
Dalle prime verifiche risulterebbe che l’equipaggio era formato quasi tutto da esponenti delle intelligence israeliana (in maggioranza, oltre una decina) e italiana, a parte lo skipper e la moglie, cittadina russa, deceduta poi nel naufragio.
A bordo dell’imbarcazione c’erano 21 persone.
I tredici agenti israeliani sono stati prelevati da un aereo che li ha riportati a Tel Aviv, il velivolo utilizzato secondo quanto trapelato sui media era un jet privato utilizzato per voli sensibili ufficiali come dicono all’Ansa fonti israeliane. Gli 007 stranieri non saranno in ogni caso risentiti dall’autorità giudiziaria, che invece potrebbe porre domande interessanti agli otto agenti italiani.
I motivi dell’incontro nella casa galleggiante e le cause della tragedia (si pensa al maltempo) saranno destinati a diventare un altro dei misteriosi segreti della storia della nostra Repubblica.