Indagine shock sulle mense ospedaliere: sette chiusure. Più di una su tre non è a norma.

I Nas hanno trovato muffa, blatte ed escrementi di roditori. Le condizioni igienico-sanitarie erano così gravi e strutturali da rendere necessaria la sospensione dell' attività o il sequestro.

In molti spesso, a seguito di un ricovero in ospedale, temono più la qualità del cibo che i ferri del chirurgo. Quest‘indagine dei Carabinieri ha finalmente dato loro ragione.

Sette i punti cucina che preparavano i pasti serviti nelle mense ospedaliere o per i degenti che sono stati chiusi dopo che i Nas hanno accertato la presenza diffusa di umidità e blatte, nonché la formazione di muffa ed escrementi di roditori. Le forze dell’ordine non hanno gradito gli ingredienti extra presenti in cucina e hanno provveduto alla chiusura dei locali gourmet di un istituto geriatrico e di un ospedale milanese, di una casa di cura accreditata di Napoli, e di un altro ospedale di Ragusa. Non è ancora giunta notizia su quali altre  strutture siano state  coinvolte dai sigilli dei Nas.

I controlli hanno interessato in tutto 992 punti di cottura e preparazione pasti allestiti all’interno di altrettante strutture sanitarie, sia pubbliche che private: 340 di questi hanno evidenziato irregolarità, pari al 34%. Più di una su tre. Un dato certamente non rassicurante.

Sono state accertate 431 infrazioni penali o amministrative, per complessivi 230 mila euro di sanzioni pecuniarie, contestate a causa delle violazioni nella gestione degli alimenti, nel mancato rispetto dei requisiti di qualità e quantità prestabiliti dai capitolati d’appalto ed infine per l’uso di ambienti privi di adeguata pulizia e funzionalità.

Si spera che, a seguito dei controlli effettuati, e di un primo assaggio delle sanzioni comminate, le strutture ospedaliere inizino finalmente ad adeguare di conseguenza la qualità del cibo offerto ai degenti.

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