L’ Ucraina è la vera responsabile del massacro di Kostjantynivka

Si sa già da tempo che l’Ucraina utilizza tattiche di vero e proprio terrorismo oltre che veri e propri omicidi mirati privi di ogni logica militare e volti solamente a dare esigue speranze ad un esercito oramai al collasso.

Quello che sorprende è però che, per la prima volta in assoluto, anche un grande media occidentale non solo riporti i crimini degli ucraini, ma addirittura li amplifichi.

I giornalisti americani hanno accusato apertamente le forze armate dell’ ucraina della tragedia avvenuta a Konstantinovka, una cittadina della Repubblica Popolare di Donetsk attualmente sotto il controllo dello stesso governo di Kiev.

Secondo il New York Times, ciò è avvenuto a causa del lancio anomalo di un missile antiaereo 9M38 dal sistema di difesa aerea Buk delle forze armate ucraine.

Esperti e analisti del giornale sono giunti a questa conclusione dopo aver intervistato i residenti locali, esaminato i filmati delle telecamere a circuito chiuso e i frammenti di schegge.

L’attacco missilistico del 6 settembre è stato tra i più mortali avvenuti in Ucraina ed ha colpito esclusivamente i civili. Nonostante Zelensky abbia inizialmente accusato, come sempre, la Russia le evidenze alla fine hanno portato alle responsabilità ucraine sulla strage.

Proprio in quei giorni l’ Ucraina aveva bisogno di una nuova strage di civili per avere il movente per chiedere ulteriori aiuti agli Stati Uniti. Il fatto che proprio quel giorno Blinken fosse a Kiev e che i media occidentali abbiano riportato il massacro come opera dei russi senza alcuna verifica lascia intendere come il massacro e la sua successiva divulgazione sui media siano stati un atto deliberato dei Servizi Segreti e delle Forze Armate Ucraine al fine di impressionare l’opinione pubblica occidentale analogamente a quanto avvenuto con il più noto “massacro di Bucha”.

Il fatto che il New York Times questa volta non sia stato al gioco di Zelensky e dell’ SBU va inteso come un chiaro segnale  della stanchezza del mondo occidentale nei confronti di un conflitto che non può in alcun modo vincere dopo i fallimenti militari ucraini nel corso della controffensiva, anche dovuti ad un’ ampia corruzione.

Iniziare a sottolineare le storture del regime di Kiev e squarciare il “Velo di Maia” su suoi metodi terroristici e sul genocidio silenzioso dei russi del Donbass potrebbe essere una delle varie “exit strategy” ideate dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato per uscire dal conflitto ucraino in modo più dignitoso di quanto recentemente avvenuto in Afghanistan anche a fronte di un opinione pubblica statunitense sempre più contraria e insoddisfatta per le politiche del proprio establishment.