Un nuovo terribile caso di sfruttamento dei lavoratori

Dopo i casi di Prato la Guardia di Finanza ha evidenziato nuovi casi di sfruttamento inumano dei lavoratori in provincia di Varese

La Guardia di Finanza ha eseguito in data odierna il sequestro di un laboratorio tessile a Samarate, in provincia di Varese, dove venivano confezionati capi d’abbigliamento destinati a marchi di grande distribuzione.

L’intervento ha portato alla luce un contesto di sfruttamento e irregolarità, con lavoratori di origine cinese impiegati in condizioni di grave disagio e senza le necessarie misure di sicurezza.

Il capannone, situato in una zona industriale della cittadina, era teatro di turni di lavoro massacranti, con operai costretti a turni di oltre tredici ore al giorno.

Le indagini preliminari suggeriscono che i lavoratori fossero sottoposti a un sistema di sfruttamento che ricorda quello già osservato nel distretto tessile di Prato, in Toscana, tristemente noto per casi analoghi.

Secondo le autorità, la manodopera era composta anche da alcune famiglie, con minori inclusi, costrette a vivere all’interno dello stesso edificio, in spazi angusti e in condizioni igieniche altamente precarie.

Il titolare dell’azienda, di nazionalità cinese, è stato denunciato per caporalato, sfruttamento di manodopera e ospitalità di lavoratori irregolari, oltre a numerose violazioni in ambito di salute e sicurezza sul lavoro.

A questi reati si aggiunge anche l’accusa di abuso edilizio, rivolta sia al gestore dell’attività sia al proprietario del capannone, poiché gli spazi destinati a dormitorio non rispettavano i requisiti di legge.

Le autorità hanno infatti rilevato che le stanze utilizzate dai lavoratori per dormire erano prive delle basilari condizioni di sicurezza, risultando dunque non idonee all’uso abitativo.

Nel corso dell’operazione, le forze dell’ordine hanno identificato dodici persone di origine cinese, tra cui alcuni minorenni.

Questi ultimi sono stati immediatamente affidati ai servizi sociali, vista la criticità delle condizioni di vita riscontrate all’interno dello stabile.

Il caso di Samarate rievoca una realtà già nota nel distretto tessile di Prato, considerato il più grande d’Europa e spesso associato a condizioni di lavoro al limite della legalità.

In quest’area, già oggetto di numerosi controlli, le autorità hanno rilevato forme di sfruttamento lavorativo che coinvolgono principalmente operai cinesi, talvolta in condizioni simili a quelle di Samarate.

Proprio ad ottobre, il sindacato S.I. Cobas Prato-Firenze ha indetto uno sciopero per denunciare la situazione e chiedere maggiori controlli nelle aziende locali.

Durante la manifestazione, avvenuta nel centro della città, alcuni lavoratori, tra cui un sindacalista e uno studente, sono stati vittime di aggressioni fisiche da parte di individui armati di spranghe, in un episodio che ha sollevato grande indignazione.

La settimana successiva, due imprenditori di origine cinese, operanti nel distretto di Prato, sono stati arrestati in seguito alla denuncia di un operaio che ha riportato episodi di abuso e sfruttamento sul posto di lavoro.

Il sequestro del laboratorio a Samarate segna un altro passo significativo nella lotta contro le attività illecite che minano la dignità dei lavoratori e violano le norme di sicurezza.

La Guardia di Finanza, insieme agli ispettori del lavoro e alle forze dell’ordine, sta intensificando i controlli per arginare un fenomeno che sembra purtroppo assai diffuso su scala nazionale.

Lo sfruttamento di manodopera straniera, spesso clandestina, rappresenta una delle sfide più urgenti in alcuni settori dell’industria manifatturiera e tessile, dove il basso costo della forza lavoro è sfruttato in modo illecito per ottenere profitti.

Secondo gli inquirenti, il modello adottato in laboratori come quello di Samarate non solo è illegale, ma rischia anche di compromettere la competitività del settore tessile italiano, danneggiando le aziende che operano in conformità alle leggi.

Per questo, il governo e le autorità locali stanno valutando nuove misure e sanzioni più severe per i responsabili di tali violazioni.

L’operazione della Guardia di Finanza evidenzia quindi l’urgenza di affrontare il problema del lavoro clandestino e dello sfruttamento nei laboratori tessili, settori dove la manodopera straniera è particolarmente vulnerabile.

 

Commentare
  • Non ci sono ancora commenti. Il tuo commento può essere il primo.
Aggiungi commento
Leggi anche