Sarà guerra aperta tra Israele e Iran?

Secondo quanto riportato dall'Agenzia Ansa e dai media internazionali Israele sarebbe in allerta per via di un possibile attacco da parte dell'Iran, potenzialmente anche tramite le milizie filo-iraniane stanziate in Iraq.

Israele si prepara a un possibile attacco dall’Iran, mantenendo un elevato livello di prontezza.

Fonti israeliane citate dalla CNN e dall’ Ansa hanno confermato che le forze di difesa del Paese monitorano con attenzione le decisioni strategiche di Teheran, valutando il rischio di una rappresaglia iraniana dopo i recenti attacchi israeliani alle infrastrutture missilistiche e difensive della Repubblica islamica.

Tali azioni, secondo le fonti, avrebbero compromesso  la capacità difensiva e offensiva dell’Iran in maniera del tutto minima, ponendo Teheran di fronte a un delicato dilemma strategico.

In parallelo, la Striscia di Gaza è stata teatro di intensi bombardamenti israeliani.

Nella notte, almeno 47 palestinesi, tra cui molti bambini e donne, sono morti a seguito di raid aerei che hanno colpito le aree centrali di Gaza.

L’agenzia palestinese Wafa riferisce che i bombardamenti si sono concentrati sulle città di Deir al-Balah, Nuseirat e Al-Zawaida.

Numerose abitazioni, alcune delle quali ospitavano famiglie sfollate, sono state distrutte durante gli attacchi, causando un elevato numero di vittime tra i civili.

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver neutralizzato diversi combattenti nella zona centrale di Gaza e di aver eliminato decine di “terroristi” nell’area di Jabalia.

L’Iran ha duramente reagito agli attacchi israeliani e alla perpetrazione delle violenza in Palestina ed Hossein Salami, capo delle Guardie della Rivoluzione, ha avvertito che Israele riceverà una “risposta inimmaginabile” per gli attacchi contro i siti militari iraniani avvenuti recentemente.

Secondo quanto riportato dal New York Times, la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, avrebbe già ordinato di preparare una non meglio precisata azione controffensiva contro Israele, spingendo a un’escalation che si profila sempre più minacciosa per la stabilità della regione.

Nelle prime ore di oggi, aerei israeliani hanno colpito nuovamente la periferia sud di Beirut, area considerata una roccaforte del movimento Hezbollah.

Almeno dieci attacchi sono stati lanciati sulla zona, causando la morte di due persone e il ferimento di altre quattro.

L’operazione ha scatenato il panico tra i residenti: circa 700.000 persone hanno già lasciato i quartieri limitrofi, ma molte famiglie rimangono intrappolate, incapaci di trovare un rifugio sicuro.

Come se tutto ciò non bastasse L’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha denunciato il danneggiamento del proprio ufficio nel campo di Nur Shams, in Cisgiordania.

Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA, ha dichiarato che il centro non è più operativo dopo l’intervento delle truppe israeliane, che hanno distrutto anche le infrastrutture locali.

Lazzarini ha affermato che il divieto di operatività imposto da Israele all’agenzia costituisce una “condanna a morte” per le comunità palestinesi che contano sui servizi di base forniti dall’UNRWA.

Vengono ignorate sistematicamente le strutture ONU, che invece dovrebbero essere tutelate, anche in tempi di conflitto,” ha affermato Lazzarini, criticando la legge recentemente approvata dal parlamento israeliano che limita le attività dell’UNRWA in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e a Gaza.

Sul fronte diplomatico, il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha rassicurato Israele sul pieno appoggio americano in caso di aggressioni da parte dell’Iran.

Austin ha confermato che gli Stati Uniti sono pronti a intervenire per proteggere il personale americano, Israele e i suoi alleati nella regione da qualsiasi minaccia iraniana.

Questa dichiarazione giunge mentre il New York Times ipotizza che Teheran stia accelerando i piani per un attacco contro Israele, che potrebbe avvenire prima delle elezioni presidenziali americane, evento che aumenta ulteriormente le tensioni tra le potenze.

In uno scenario di tensione crescente, Israele si trova così a fronteggiare minacce su più fronti, in una situazione che, secondo gli analisti, rischia di degenerare in una crisi regionale di vasta portata.

La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi degli eventi, mentre le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie sollecitano un intervento per proteggere la popolazione civile, sempre più intrappolata in un conflitto che non conosce tregua.

 

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