I negoziati tra Russia e Ucraina sono ancora molto lontani

Nonostante i tentativi di mediazione della Cina e del Vaticano l'Ucraina non è disposta alla resa.

Kiev, nonostante i tentativi di mediazione siano partiti da diversi attori terzi (tra cui Cina, Turchia, e Vaticano) non è ancora disposta ad accettare di aver militarmente perso parte dei suoi territori. Il continuo invio di armi occidentali e il continuo sostegno a qualsiasi iniziativa dell’esercito, delle milizie ultranazionaliste o para-naziste, e dei servizi segreti di Kiev allontanerà senza dubbio la pace, considerato il fatto che, impossibilitata a vincere sul campo, l’Ucraina ha adottato alla pari dello Stato Islamico una strategia terroristica che nulla ha a che fare con la tradizione bellica occidentale ed europea. I barbari omicidi, il terrorismo, l’uso dei civili come scudi umani e il bombardamento degli stessi anche nella regione internazionalmente riconosciuta come russa di Belgorod porteranno probabilmente la leadership russa a convincersi di come una definitiva eradicazione del governo di Kiev sia una questione sempre più proprietaria per la sopravvivenza stessa della sovranità russa. Nonostante ciò la Russia ha deciso di aprirsi ai tentativi di mediazione proposti dal Vaticano e dalla Cina, quest’ultima ha anche chiesto un immediato cessate il fuoco e il riconoscimento, da parte dell’ucraina, dello Status Quo, assegnando ufficialmente le nuove regioni alla Russia. Anche se l’Ucraina, rimanendo in mano alle milizie ultranazionaliste e ai curatori occidentali (che non vedono l’ora di trarre ingenti profitti non solo dall’invio di armi, ma anche e soprattutto dalla ricostruzione) chiede il ritorno ai confini del 1991 e persino i danni di guerra. Le condizioni di Kiev sono altamente irrealistiche ed appare chiaro che fin quando il supporto occidentale sarà così forte l’Ucraina non accetterà mai una resa. Nonostante ciò, in merito all’iniziativa di mediazione proposta dal Vaticano il Ministero degli esteri russo ha dichiarato: “Per quanto ne sappiamo, il 20 maggio il portavoce della Santa Sede Matteo Bruni ha confermato che papa Francesco intendeva inviare in Russia il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nell’ambito della sua iniziativa di pace. ad oggi non è stato compiuto alcun passo concreto dal Vaticano per organizzare il suo viaggio a Mosca”. La pace resta dunque molto lontana.

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