La guerra dei droni

Il primo approfondimento tattico-strategico de "Il Corrispondente" sul conflitto in corso in Ucraina.

Un aspetto tanto importante quanto poco raccontato del conflitto in corso in Ucraina e lo spasmodico utilizzo da entrambe le parti dei droni.

 

Questo argomento, fino a poco tempo fa, era ancora coperto dal segreto militare ma l’arrivo in rete e su Telegram di numerosi video ci permette ora di parlarne più nel dettaglio.

Esistono vari tipi di droni militari e ognuno svolge specifiche funzioni al fronte.

La prima tipologia di droni che andremo ad analizzare sono i droni da ricognizione, che sono principalmente droni commerciali convertiti a tale scopo e, pur essendo vulnerabili alle contromisure elettroniche, restano comunque imprescindibili per facilitare i compiti di uomini e mezzi.

Vi sono poi i droni suicidi. Questi comprendono due sottogruppi: i temuti Droni Lancet e i Droni FPV entrambi utilizzati con grande successo dai gruppi di reazione rapida delle Forze Armate Russe.

I droni Lancet riconoscono automaticamente i bersagli e possono colpire anche a grandi distanze, riuscendo a disabilitare persino i più moderni carri armati occidentali come i Leopard 2.

I droni FPV (che vedete in azione in questi video)  sono molto più economici dei droni Lancet e disponibili in numero sempre crescente. I droni FPV possono essere dotati sia di testate a frammentazione (efficaci contro la fanteria) sia di testate a carica cava (efficaci contro i mezzi corazzati).

Vi sono poi i droni d’attacco a lunga distanza di tipo Orion, che svolgono una funzione equivalente ai Bayraktar TB2 di fabbricazione turca ma in uso alle forze aeree ucraine.

L’ultimo tipo di drone che andremo ad analizzare è il Geran, versione russa dello Shaid Iraniano, che viene utilizzato per finalità strategiche con due finalità: saturare le capacità della difesa aerea ucraina, colpire in modo economico bersagli strategici in profondità.

La Russia ha in dotazione droni oramai decisamente superiori sia in quantità che in qualità alla controparte ucraina.

Questo si deve essenzialmente motivi e a meriti specifici.

L’emergere sul campo di questi nuovi strumenti ha colto quasi tutti impreparati inizialmente, scatenando un effetto psicologico simile all’ingresso dei carri armati sulle pianure francesi durante la prima guerra mondiale.

Immediatamente le truppe di prima linea hanno sentito la necessità di sempre maggiori droni, di ogni tipo e con compiti diversi.

Tre sono i fattori che hanno portato la Russia ad avere una sempre maggiore supremazia in questo campo:

1) La libertà dell’informazione, con i blogger e gli analisti che hanno riportato le necessità delle truppe influenzando le scelte politiche.

2) La flessibilità e l’adattabilità del Ministero della Difesa Russo che ha saputo stare al passo con l’evolversi della situazione agendo in maniera estremamente abile e flessibile, adottando nuove tattiche, creando nuovi appositi reparti e dando nuove disposizioni al sistema militare industriale.

3) Il complesso militare-industriale che ha saputo avviare in brevissimo tempo fabbriche per la produzione in massa di droni di ogni tipo.

Al momento attuale la Russia produce centinaia di droni al mese, allestisce reparti per la guerra elettronica capaci di abbattere i droni nemici ed infine addestra le sue truppe all’utilizzo di questi nuovi straordinari mezzi.

Un successo di comunicazione, comando e logistica che avvicinerà sicuramente la vittoria russa su tutti i fronti.

 

 

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