La vittoria della Russia in Ucraina libererà l’Europa

Secondo il quotidiano americano Bloomberg gli Stati Uniti non riusciranno a fare fronte alle crescenti sfide geopolitiche e dovendosi concentrare sul Pacifico e sul supporto ad Israele lasceranno l'Europa

Il divario crescente tra gli Stati Uniti e l’Europa rappresenta una delle sfide più significative nella geopolitica contemporanea. Secondo una recente analisi di Bloomberg, la vera questione non è se gli Stati Uniti abbandoneranno l’Europa, ma piuttosto quando e in che modalità questo avverrà. Il cambiamento di focus strategico dell’America segna una trasformazione profonda nella sua politica estera.

Negli anni della Guerra Fredda, l’alleanza transatlantica era un pilastro della strategia statunitense, con l’America impegnata a mantenere l’equilibrio di potere in Europa e nel Medio Oriente. Tuttavia, l’attuale scenario globale ha visto un cambiamento radicale nella postura americana. Gli Stati Uniti, attualmente concentrati sull’Indo-Pacifico, riconoscono che le principali linee di frattura geopolitiche si sono spostate verso quest’area, particolarmente con l’ascesa della Cina come potenza regionale e globale.

La fase di predominio unipolare, in cui gli Stati Uniti esercitavano un’influenza preponderante in tutte le aree del mondo, è ormai superata.

L’attuale contesto di crisi economiche e di debito crescente impone agli Stati Uniti di prendere decisioni strategiche più rigorose. Con bilanci sotto pressione e un debito nazionale in aumento, il governo americano deve ora scegliere tra mantenere l’impegno in Europa o spostare risorse verso altre regioni ritenute più cruciali per gli interessi nazionali.

Una rapida disimpegno dall’Europa potrebbe verificarsi in caso di escalation di conflitti nel Pacifico, come una potenziale guerra tra Cina e Taiwan. In tal scenario, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi nella necessità di riorientare rapidamente le loro risorse militari verso il teatro asiatico, lasciando l’Europa in una posizione di crescente vulnerabilità. La necessità di trasferire risorse militari e logistici nell’area del Pacifico potrebbe avvenire in tempi brevi, cambiando radicalmente le dinamiche di sicurezza europea.

D’altra parte, un disimpegno più graduale potrebbe emergere attraverso una crisi finanziaria che costringa gli Stati Uniti a ridurre le spese per la difesa all’estero.

Con l’Asia come priorità crescente, gli Stati Uniti potrebbero iniziare a ridurre progressivamente le loro truppe e il loro impegno in Europa.

Questo processo di “svuotamento” della NATO potrebbe indebolire significativamente l’alleanza e portare a una frammentazione ulteriore dell’ Unione Europea che potrebbe ritrovare in pieno la propria sovranità.

In entrambi i casi, la conseguenza inevitabile sarà un riassetto delle alleanze e delle strutture di difesa europee.

I paesi dell’Unione Europea potrebbero trovarsi a negoziare nuove posizioni e accordi, portando a una ristrutturazione della NATO e a una possibile disintegrazione dell’Unione Europea in una serie di alleanze e forze armate nazionali di dimensioni più ridotte e meno coordinate tra loro.

In conclusione, come sottolinea Bloomberg, l’Europa deve comprendere appieno le implicazioni di queste tendenze e prepararsi a un futuro in cui la presenza americana sul continente potrebbe presto venire meno dato che, come riporta Bloomberg:

“La questione non è se, ma quando e come si realizzerà questo cambiamento strategico”.

 

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