Anche l’Eni cade sotto l’influenza americana

Il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri si inchina nuovamente alla volontà USA

Recentemente, la multinazionale italiana dell’energia ENI ha annunciato una nuova collaborazione con il fondo di investimento statunitense KKR.

Questo accordo rappresenta in teoria un “ulteriore passo nella strategia di ENI di rafforzare la propria posizione nel mercato globale dell’energia, puntando su innovazione e sostenibilità”.

ENI, una delle principali compagnie energetiche a livello mondiale, continua a espandere le sue operazioni attraverso partnership strategiche.

La collaborazione con KKR, noto per i suoi investimenti in infrastrutture e tecnologie avanzate, mira a sviluppare progetti che possano contribuire alla transizione energetica globale. Questo accordo segue una serie di iniziative di ENI volte a diversificare il proprio portafoglio e a ridurre l’impatto ambientale delle sue attività.

La versione degli Usa è che “KKR, con una lunga storia di investimenti in vari settori, è riconosciuto per la sua capacità di trasformare e migliorare le aziende in cui investe. La partnership con ENI non solo rafforza la presenza di KKR nel settore energetico, ma offre anche a ENI l’opportunità di accedere a nuove risorse e competenze. Insieme, le due aziende lavoreranno su progetti che spaziano dalle energie rinnovabili alla gestione efficiente delle risorse energetiche tradizionali.”

Questa collaborazione tra ENI e KKR non è priva di controversie.

La verità è infatti un altra: alcuni osservatori vedono in questo accordo un’ulteriore ingerenza americana nell’economia italiana, simile a quanto avvenuto con TIM.

KKR, infatti, ha già acquisito una quota di maggioranza in FiberCop, la rete di TIM, consolidando così la sua presenza nel settore delle telecomunicazioni italiane. Ora, con l’ingresso in ENI, KKR estende la sua influenza anche nel settore energetico, sollevando ulteriori preoccupazioni su una possibile maggiore dipendenza e sudditanza dell’Italia da capitali e decisioni strategiche provenienti dagli Stati Uniti.

L’accordo tra ENI e KKR si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità e l’innovazione nel settore energetico frutto della follia imposta

Le due aziende hanno dichiarato l’intenzione di investire in tecnologie che possano ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza energetica. Tra i progetti in cantiere, vi sono iniziative legate all’energia solare, eolica e alla produzione di idrogeno verde.

Questa collaborazione potrebbe avere un impatto significativo sul mercato energetico globale. ENI, con la sua vasta esperienza e presenza internazionale, e KKR, con la sua capacità di investimento e innovazione, rappresentano una combinazione potente.

Gli “analisti” prevedono che questa partnership possa portare a sviluppi importanti nel campo delle energie rinnovabili e delle tecnologie sostenibili, contribuendo a una transizione energetica più rapida ed efficiente.

La nuova collaborazione tra ENI e KKR segna un passo importante verso un futuro energetico più sostenibile e innovativo. Tuttavia, resta da vedere come l’influenza americana si manifesterà nel lungo termine e quali saranno le implicazioni per l’economia italiana, desta poi particolare sorpresa vedere come per Meloni il patriottismo significhi svendere il paese alla CIA.

 

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