Stamane, presso il Palazzo di Giustizia di Reggio Emilia, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per l’imprenditore Enrico Benedetti, 60 anni, e sua figlia Margherita, nell’ambito dell’inchiesta “Leonida”.
Benedetti, amministratore delegato della “Ecologia Soluzione Ambiente” (Esa) spa di Bibbiano, è accusato di sfruttamento della prostituzione e corruzione aggravata di pubblico ufficiale, con continuazione. L’udienza, a porte chiuse davanti al gip Luca Ramponi, si è conclusa rapidamente. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come la figlia, che si trova attualmente sottoposta a interdizione dall’attività imprenditoriale per un anno e al divieto di dimora e libera circolazione nelle province di Reggio Emilia e Parma.
Il sostituto procuratore Valentina Salvi ha richiesto l’inasprimento della misura cautelare per Benedetti, chiedendo la carcerazione in luogo degli arresti domiciliari attualmente disposti. L’avvocato Salvatore Mannino, difensore di entrambi gli indagati, ha invece presentato ricorso per la giovane, chiedendo misure coercitive meno severe. Il gip Ramponi si è riservato di decidere.
L’accusa sostiene che Benedetti, per ottenere commesse o favorire Esa presso l’Agenzia Industrie Difesa (Aid), avrebbe offerto ai pubblici ufficiali coinvolti nell’inchiesta mazzette, pranzi e cene lussuose con escort, biglietti per lo stadio, champagne e oggetti di design.
Benedetti respinge fermamente le accuse, in particolare quelle relative allo sfruttamento della prostituzione, definendo la ricostruzione dei fatti da parte della Procura “completamente opposta” alla realtà. Il suo avvocato ha annunciato che “daremo la nostra versione dei fatti quanto prima”.
L’inchiesta “Leonida”, condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia, conta 10 indagati in totale, di cui 5 sottoposti a misure cautelari. Oltre a Benedetti e sua figlia, sono stati sospesi dai loro incarichi il generale Giulio Botto, il colonnello Luca Corrieri e l’ingegner Luigi Brindisi dell’Aid. Secondo l’accusa, i tre ufficiali avrebbero ricevuto da Benedetti tangenti e altri benefici in cambio di favori illeciti.
Le indagini, partite da indizi raccolti tra il 2014 e il 2016, si concentrano sul periodo da aprile a dicembre 2023, ma gli approfondimenti proseguiranno per verificare eventuali illeciti anche negli anni precedenti. Le attività di intercettazione hanno portato alla luce un presunto giro di prostituzione di alto livello organizzato da Benedetti nell’ambito della sua attività imprenditoriale.
Esa, azienda che opera in tutto il territorio nazionale, avrebbe beneficiato di una fitta rete di relazioni intessuta da Benedetti. L’inchiesta, pur concentrandosi sul periodo più recente, non esclude che possano emergere illeciti anche in anni precedenti.
Rimangono da chiarire le posizioni degli altri indagati, tra cui tre collaboratori di Esa, due manager di Sei Toscana e il direttore e un dipendente di Amia Verona.
Il caso rappresenta un episodio di grande gravità che getta luce su presunte condotte illecite nel mondo degli appalti pubblici e dello smaltimento dei rifiuti. Le indagini proseguiranno per fare chiarezza su tutti i fatti contestati e per accertare le eventuali responsabilità di tutti gli indagati.
parlateci delle aziende statali russe
Sempre meglio andare con le bagasce che con i froci.
Qualcuno crede che il vice ministro della difesa si è fatto arrestare perché uno gli ha rifatto il bagno