La Commissione Europea ha imposto il divieto di immatricolazione per le auto a motore termico a partire dal 2035. L’esecutivo UE, guidato da Ursula Von Der Leyen, pare determinato a raggiungere i propri obiettivi di neutralità climatica nonostante le vibranti proteste di alcuni paesi membri . La svolta green non infatti è passata inosservata a Roma ea Berlino, tra i principali produttori automobilistici in Europa, che avevano aspramente criticato la misura.
Far inferocire due paesi fondatori, nonché principali contributori netti dell’Unione, non sarebbe stato saggio senza prima arrivare ad un compromesso, al quale si è giunti, non senza difficoltà, nella giornata di oggi.
Il Divide et Impera della Commissione ha spezzato l’intesa tra Roma-Berlino, favorendo quest’ultima. Sarà infatti consentito immatricolare auto dotate della tradizione motore termico a patto che utilizzino i cosiddetti e-fuel e rispettino le rigidissime norme sulle emissioni neutre.
In estrema sintesi, gli e-fuel sono dei carburanti sintetici che ad oggi risultano essere particolarmente costosi (circa 10 euro al litro) ma che possono essere anche miscelati con i combustibili tradizionali e possono essere utilizzati nei normali motori endotermici. Facili da stoccare, come i combustibili tradizionali ma capaci di abbattere le emissioni di gas climalteranti essendo certificati come “carbon neutral”. La Germania ha fatto enormi investimenti in questo settore. Tra i capofila i principali produttori di componenti per auto come Bosch, ZF e Mahle. Il primo impianto commerciale al mondo di e-fuel è stato infatti aperto in Cile, grazie agli investimenti di Porsche.
L’Italia, invece, ha deciso di intraprendere la strada dei biocarburanti: a differenza degli e-fuel non hanno nulla di sintetico. Vengono prodotti dalla fermentazione di biomasse o scarti, grazie agli investimenti dell’Eni. Come gli e-fuel, anche i biocarburanti sono considerati carbon neutral, perché bruciando sviluppano anidride carbonica già presente nella biomassa di partenza, oltre a favorire il riciclo e il recupero di diversi scarti organici.
Nonostante paia del tutto evidente come la faziosità della Commissione Europea penalizzi il Paese, non sembra che il Governo Italiano abbia la forza politica di opporsi, anche se la partita resta ancora aperta.