Carlo Nordio è più motivato che mai: “Decide la politica, basta inginocchiarsi ai giudici. Sulla riforma non mi fermo”. Successivamente in un’altra intervista, questa volta al quotidiano “Libero”, lo stesso Ministro della Giustizia è stato ancora più incisivo: “Per 25 anni il Parlamento ha rinunciato al suo ruolo. Giusto ascoltare le opinioni delle toghe ma poi decidiamo noi. La maggioranza è unita, e il caso La Russa non la indebolirà. La politica deve smettere di inchinarsi ai magistrati”.
Per quanto riguarda il sistema dell’imputazione coatta il Ministro ha poi ribadito la sua posizione: “una ragione squisitamente tecnica. Perché il codice Vassalli che abbiamo recepito nell’88/89 ha mantenuto il controllo giurisdizionale del giudice, in questo caso del Gip, sull’attività del pubblico ministero come faceva una volta il giudice istruttore. Io ho fatto il giudice istruttore e se il giudice istruttore mandava a giudizio l’imputato anche contro il parere del pubblico ministero che ne avesse chiesto l’assoluzione, in tribunale arrivava tutto il fascicolo processuale. Quindi i giudici potevano farsi un’idea di quelle che erano le tesi dell’accusa, della difesa e dello stesso giudice istruttore perché avevano davanti l’intero fascicolo.” Secondo Nordio in questa situazione il Pubblico Ministero, dopo aver già chiesto l’ archiviazione, dirà al giudice: “il processo è inutile, è contraddittorio. A meno che il giudice non cominci lui a fare tutta una serie di attività… ma questo è in contrasto con il sistema accusatorio dove la prova viene fornita dal dibattito, dal contraddittorio tra accusa e difesa. Torniamo ai principi del vecchio sistema, quando il presidente del tribunale faceva le domande lui, cosa che ancora oggi di tanto in tanto si fa ma questo è irragionevole, è irrazionale perché in contrasto con il sistema accusatorio. Quindi è una questione squisitamente tecnica”.
Per quanto riguarda la riforma degli avvisi di garanzia le ultime dichiarazioni del Ministro in merito sono, anche in questo caso, decisamente nette: “il disegno di legge che è stato presentato adesso va al vaglio dopo la bollinatura e dopo il transito al Quirinale andrà al Parlamento. Dove potrà essere modificato, approvato o altro. Ma c’è una parte che riguarda l’informazione di garanzia ed essenzialmente la sua segretezza. È già stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale. Il nostro obbiettivo è attuare integralmente quella che era la volontà del professor Vassalli e realizzarla completamente, ovvero fare un codice di stampo accusatorio anglosassone. Quindi sarà cambiata anche la struttura del registro degli indagati e dell’informazione di garanzia”.
Sembra dunque che, nonostante i futuri ostacoli delle modifiche al testo che avverranno in parlamento, la riforma della giustizia entrerà presto in vigore nella sua completezza, vista la forte volontà del Governo e della maggioranza nel suo complesso.