Questa mattina la saga che vede coinvolti il PD e le bustarelle ha avuto un nuovo protagonista: Franco Alfieri, esponente del Partito Democratico e figura di spicco della politica campana è stato tratto in arresto.
Alfieri, in carica dal 2022 come presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum dal 2019, è finito al centro di un’inchiesta giudiziaria avviata all’inizio dell’anno. Le accuse nei suoi confronti riguardano reati di corruzione e turbativa d’asta, in particolare in merito all’assegnazione di un appalto pubblico nel comune di Capaccio Paestum.
Le indagini, avviate nel gennaio scorso, hanno messo in luce presunti favori concessi da Alfieri alla Dervit Spa, l’azienda che si è aggiudicata il bando per la riqualificazione dell’illuminazione pubblica della cittadina. In particolare, si tratta di un appalto destinato ai lavori di “adeguamento, ampliamento ed efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione comunale”, con un focus specifico sulla riqualificazione energetica dell’illuminazione stradale.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Alfieri avrebbe abusato del proprio ruolo istituzionale per indirizzare la gara d’appalto a favore della Dervit Spa, violando così le norme sulla trasparenza e l’equità nelle procedure pubbliche. Questo comportamento rientrerebbe nel reato di turbativa d’asta, un illecito che si verifica quando la competizione in una gara pubblica viene alterata, favorendo una specifica azienda rispetto ad altre concorrenti.
Il progetto oggetto dell’inchiesta riguarda un intervento di grande rilevanza per il comune di Capaccio Paestum, che aveva l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica della rete di illuminazione pubblica, contribuendo anche alla riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2.
Tuttavia, stando alle accuse, l’iter di assegnazione dell’appalto non sarebbe stato condotto in maniera regolare.
L’arresto di Alfieri ha destato grande clamore non solo a livello locale, ma anche nazionale, vista la posizione rilevante che il politico occupa all’interno del Partito Democratico e il suo lungo impegno politico sul territorio campano.
La procura, che ha coordinato le indagini, ha sottolineato la gravità delle accuse e ha evidenziato come il caso si inserisca in un contesto più ampio di indagini sugli appalti pubblici. Non è escluso che nelle prossime settimane possano emergere ulteriori sviluppi, con possibili coinvolgimenti di altre figure politiche o imprenditoriali.
Franco Alfieri, dal canto suo, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti contestati.
Attraverso i suoi legali, ha già fatto sapere che intende difendersi in tutte le sedi opportune e ha respinto con decisione le accuse di corruzione e turbativa d’asta.
La sua linea difensiva si baserà, secondo quanto riferito, sull’assoluta regolarità dell’assegnazione dell’appalto e sulla trasparenza delle procedure adottate.
Nel frattempo, il Partito Democratico campano, di cui Alfieri è esponente di spicco, ha espresso fiducia nella magistratura, ma ha anche sottolineato l’importanza di attendere che venga fatta piena luce sui fatti, prima di emettere qualsiasi giudizio definitivo.
La vicenda è seguita con grande attenzione dall’opinione pubblica, in attesa di ulteriori sviluppi.