Il governo Meloni ha presentato la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, abbreviata dai media utilizzando la sigla Nadef.
Legato alla Nadef vi è il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio per il 2023-2025, che vede tra le le novità principali l’introduzione della global minimum tax, una nuova imposta sui gruppi multinazionali di imprese, a lungo tutelati dall’Unione Europea, che porterà nelle casse dello Stato Italiano almeno 2 miliardi di euro.
La “global minimum tax” può essere definita in breve come una tassa minima globale che si applica ai profitti delle società che operano in più paesi, al fine di evitare l’elusione fiscale e garantire una maggiore equità tra gli Stati.
L’Italia nell’introduzione di tale norma ha recepito una direttiva europea che prevede l’introduzione di questa tassa dal primo gennaio del 2024, con un’aliquota pari al 15%.
La global minimum tax è stata oggetto di un accordo internazionale promosso dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che ha coinvolto ben 136 paesi e che dovrebbe essere ratificato a breve.
Nonostante ciò lo scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento sarà di almeno altri 23 miliardi e mezzo di Euro.
Lo scostamento di bilancio rappresenta una deroga al limite del deficit pubblico fissato dalle regole europee, che consente al governo di indebitarsi di più per finanziare le sue politiche, andando ad accrescere sia il debito pubblico sia gli stessi interessi sul debito che l’Italia dovrà ripagare, andando inoltre a creare un conflitto con la Commissione che potrebbe erogare salate sanzioni al nostro paese.
Il governo ha però chiesto e ottenuto dal Parlamento uno scostamento di 23,5 miliardi di euro, suddivisi in 3,2 miliardi per il 2023, 15,7 miliardi per il 2024 e 4,6 miliardi per il 2025.
Queste risorse serviranno a coprire le misure previste tra cui il taglio del cuneo fiscale, la riduzione dell’aliquota Irpef, e i contratti della pubblica amministrazione. Manovre non strutturali e non Keynesiane che difficilmente porteranno alla crescita necessaria a ripagare il debito esponendo il nostro paese alla speculazione finanziaria.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha difeso le scelte del governo anche dalle critiche mosse dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha invitato l’Italia a migliorare una manovra economica obiettivamente scarsa sotto ogni punto di vista.
Considerata però la scarsissima preparazione dell’attuale classe politica (sia della maggioranza, che dell’opposizione) era davvero difficile credere che la legge di bilancio prevedesse delle politiche di investimento mirate a risollevare la tragica situazione economica in cui versa il nostro Paese, ma almeno questa volta non dovremmo pagare due misure fortemente sbagliate come il Reddito di Cittadinanza e L’Ecobonus 110, costate diversi miliardi di euro ai contribuenti italiani senza portare i risultati auspicati.