“La ‘Ndrangheta della Jonica ha colonizzato i supermercati dell’hinterland milanese e i locali pubblici del centro, frequentati da calciatori e attori”. L’allarme lanciato dal Procuratore Capo di Napoli, Nicola Gratteri, al convegno “Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale”, tenutosi a Palermo al Palazzo di Giustizia, riecheggia con forza, tracciando un quadro preoccupante dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e sociale del Nord Italia.
Gratteri, da sempre in prima linea nella lotta alla ‘Ndrangheta, snocciola dati allarmanti: negli ultimi anni, a Milano, i sequestri e gli arresti per droga sono diminuiti del 70%, mentre le indagini per il 74 Dpr 309/90, che punisce il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, sono calate del 74%. Un calo preoccupante che, secondo il magistrato, è frutto di una strategia deliberata volta a sminuire l’importanza della lotta al narcotraffico e alle infiltrazioni mafiose.
“C’è chi, anche tra le istituzioni, ha minimizzato il mio lavoro e quello dei miei colleghi – tuona Gratteri – sostenendo che la droga non fosse un problema. Eppure, la realtà è sotto gli occhi di tutti: la ‘Ndrangheta ha messo le mani su interi settori economici del Nord, dai supermercati ai locali di divertimento, acquisendo un potere sempre più pervasivo”.
L’analisi di Gratteri non si limita a denunciare il fenomeno, ma propone anche soluzioni concrete: rafforzare la sinergia tra le forze dell’ordine e la magistratura, investire maggiormente nelle attività di contrasto e sensibilizzare la cittadinanza sui pericoli della criminalità organizzata. “Dobbiamo essere consapevoli che la ‘Ndrangheta non è solo un problema del Sud Italia, ma rappresenta una minaccia per l’intero Paese – conclude il Procuratore Capo – Solo con un impegno comune e una strategia incisiva possiamo sconfiggere questo cancro che attanaglia la nostra società”.
Le parole di Gratteri trovano eco nelle relazioni degli altri relatori al convegno, che sottolineano la necessità di un approccio globale e multidisciplinare alla lotta alla criminalità organizzata. Magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e studiosi concordano sul fatto che la ‘Ndrangheta, grazie alla sua capacità di adattamento e alla sua spietatezza, rappresenta una sfida sempre più complessa da affrontare.
Per questo, è necessario aggiornare le strategie investigative, utilizzare al meglio le nuove tecnologie e promuovere una cultura della legalità che coinvolga tutti i cittadini. Solo così sarà possibile estirpare la ‘Ndrangheta dai nostri territori e costruire un futuro più sicuro per tutti.
La ‘Ndrangheta ha acquisito un controllo capillare su interi settori economici, non solo il narcotraffico, ma anche settori legali come la grande distribuzione, la ristorazione e l’edilizia.
Le cosche calabresi si sono infiltrate anche nella pubblica amministrazione e in settori chiave come la politica e l’imprenditoria, acquisendo così un potere ancora più pervasivo.
La ‘Ndrangheta ha saputo sfruttare la crisi economica per rafforzare il suo potere, offrendo sostegno alle aziende in difficoltà e acquisendo così il controllo delle stesse.
Di fronte a questa minaccia, la risposta deve essere forte e decisa. Le istituzioni devono investire maggiormente nelle attività di contrasto, le forze dell’ordine devono potenziare la collaborazione e la cittadinanza deve essere sensibilizzata sui pericoli della criminalità organizzata.
questi santi tra poco gli spunteranno le aluccie