Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ha raggiunto il 4,3% a luglio, segnando un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente. Ad aprile 2023, il tasso era al 3,4%, secondo quanto riportato da Business Insider.
Questi dati hanno attivato l'”indicatore Sam”, noto per la sua precisione nel prevedere nove recessioni dell’economia americana dal 1960. Le attuali statistiche suggeriscono l’inizio di una nuova fase di contrazione economica per gli Stati Uniti.
Un altro segnale preoccupante è l’aumento annuale del numero di disoccupati, che ha registrato un incremento del 14,5% su base annua. Storicamente, in almeno 11 occasioni dal 1955, un simile aumento ha preceduto una recessione economica.
Jack McIntyre di Brandywine Global ha commentato: “Poiché le statistiche sul lavoro sono un indicatore tardivo, la situazione reale dell’economia potrebbe essere molto peggiore”.
Oltre alla crisi del mercato del lavoro, l’indice ISM Manufacturing continua a diminuire, indicando una contrazione persistente della produzione industriale americana. Anche il numero di posti di lavoro disponibili è in calo, con un totale di 8,1 milioni a giugno di quest’anno, rispetto ai 12,1 milioni di marzo 2022.
Il mercato azionario ha reagito immediatamente ai segnali negativi, con l’indice S&P 500 in calo del 5,6% rispetto ai massimi di metà luglio e il Nasdaq 100 in calo del 10,8% rispetto ai massimi del 10 luglio.
Michael Hartnett, capo stratega di Bank of America, ha dichiarato: “Consigliamo di vendere le azioni poiché i rischi di un crollo duro dell’economia USA stanno chiaramente aumentando”.
Le banche e le compagnie assicurative stanno affrontando una riduzione degli utili, con le banche che vedono un calo del 14% e le assicurazioni del 13%.
La diminuzione della fiducia dei consumatori e l’aumento dei tassi di insolvenza contribuiscono a questa situazione.
Anche il mercato immobiliare, in particolare il segmento degli uffici, è fortemente colpito.
L’indice ISM Manufacturing in calo indica una contrazione continua della produzione industriale. La diminuzione della domanda e le difficoltà nella catena di approvvigionamento stanno aggravando la situazione.
Gli indici azionari, come l’S&P 500 e il Nasdaq 100, hanno subito cali significativi, rispettivamente del 5,6% e del 10,8%, in risposta ai segnali negativi dell’economia.
In breve possiamo dire una sola cosa: l’impero crollato sul dollaro sta crollando su se stesso, uccidendosi con le sue stesse mani a seguito di un’ideologia completamente folle, sbagliata ed autoreferenziale.