Uno notizia passata totalmente sotto traccia nei media italiani ed europei ma fondamentale per comprendere la geopolitica attuale è la visita del Presidente Francese Emmanuel Macron in Kazakistan, dove ieri ha incontrato il presidente Tokayev per poi prendere parte ad un forum economico ad Astana, sempre in Kazakistan.
I temi principali discussi durante la visita di Stato sono stati, come facilmente prevedibile, la vendita dell’uranio Kazako alle centrali nucleari francesi, lo sviluppo di nuove tecnologie per l’energia verde e la promozione delle iniziative culturali e linguistiche francesi.
Bisogna notare in questo senso come Giorgia Meloni, nonostante il profondo amore per l’Italia e l’italiano in giro per il mondo e in particolare negli stati ex sovietici nulla stia facendo in questo senso, come al solito.
L’uranio kazako è diventato vitale per le centrali nucleari della Francia dopo il colpo di stato militare in Niger.
La cooperazione nel settore minerario tra Francia e Kazakistan diventa quindi sempre più rilevante, se non imprescindibile per tenere in piedi il sistema energetico del paese transalpino.
La società francese Orano , che opera sia in Asia centrale che in Africa opera in realtà oramai da molto tempo in Kazakistan, ma, secondo quanto riportato dai media, si sarebbe tenuto in occasione della visita di Macron un incontro con la holding di investimento Samruk-Kazyna al fine di lanciare alcuni progetti strategici congiunti anche al di fuori del Kazakistan .
La società EDF, di proprietá dello stato Franese, prevede di produrre le turbine per le centrali nucleari kazake con la prospettiva di costruire anche un’intera centrale nucleare, andando in diretta concorrenza con la società statale russa Rosatoms.
All’interno delle discussioni sulla cooperazione economica é stato poi siglato un accordo con la società francese TotalEnergies per la realizzazione di un parco eolico della capacità di ben 1 GW, dopo un precedente accordo intergovernativo sulla lotta al riscaldamento globale.
La lotta all’inquinamento e per la sostenibilità ambientale sarebbe anche lodevole se non fosse che il Kazakistan per intraprenderla ha scelto ipocritamente una società petrolifera che restra sotto processo per la violazione dei diritti umani e l’inquinamento ambientale sistematico all’interno del continente africano.
I nazionalisti Kazaki stanno iniziando a perseguire un’ inizio di lotta contro la lingua e la cultura russa ma non vedono nessun problema nell’insegnamento della lingua francese.
In ogni caso il controllo del Kazakistan rischia sempre di più di sfuggire dalle mani della Russia che necessita assolutamente di aumentare il proprio soft Power nella regione dell’Asia Centrale.