Una mattanza senza fine quella che sta avvenendo a Gaza a partire dal 7 ottobre, un ritorsione che ha superato il diritto all’autodifesa di Israele e che sarebbe, secondo gli avvocati del Sudafrica, una vera e propria pratica di genocidio perpetrata volutamente dagli Israeliani nei confronti dei Palestinesi, tanto da portare lo stato africano a denunciare pubblicamente le autorità ebraiche alla Corte Penale Internazionale dell’ Aja.
L’ accusa portata avanti dal Sudafrica si basa sulla convenzione sulla convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio che è stata sottoscritta da 41 stati il 9 dicembre del 1948 a New York.
L’ accusa del Sudafrica è già stata supportata dal Cile e dalla Turchia che ha già dato mandato ai proprio diplomatici e ai propri legali di agire in tal senso davanti alla Corte Penale di Giustizia.
Anche altri paesi in queste ore hanno annunciato che supporteranno, le accuse contro Israele all’ Aja, tra questi figurano: l Algeria, Maldive, Bahrein, Mauritania, Bangladesh, Marocco, Bolivia, Namibia, Brasile, Nicaragua, Comore, Pakistan, Gibuti, Palestina, Egitto, Qatar, Iran, Arabia Saudita, Iraq, Somalia, Giordania, Sudan, Kuwait, Siria, Libano, Tunisia, Libia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Malesia, Venezuela, Maldive, Yemen.
Gli Stati Uniti, che al pari delle altre superpotenze come Russia, Cina e India non riconoscono l’ autorità della Corte, hanno invece dichiarato che le accuse mosse contro Israele sono “infondate”.
Talmente infondate che il bilancio delle vittime civili in poco più di 100 giorni di conflitto ha raggiunto la drammatica cifra di 23.000 morti.
Il Belgio nel frattempo potrebbe essere il primo paese europeo ed occidentale a schierarsi contro Israele davanti alla Corte di Giustizia, Hamas dal canto suo ha rilasciato una nota in cui invita il tribunale penale internazionale a “non cedere innanzi alle pressioni degli Stati Uniti”.
Nel frattempo davanti alla sede della Corte Penale Internazionale si sono verificati scontri tra manifestanti filo-israeliani e Palestinesi con la Polizia che è dovuta intervenire per evitare il peggio.
Da un punto di vista pratico risulta però estremamente difficile che la Corte, che è emanazione quasi diretta dell’ Occidente, prenda una decisione contro Israele, ed anche se si arrivasse alla condanna dello Stato Ebraico in un estremo tentativo di “salvarsi la faccia” , risulterebbe estremamente difficile arrivare alla cattura di Netanyahu e della leadership Israeliana, dato che la Corte Penale Internazionale è totalmente sprovvista di mezzi di coercizione e che dovrebbe essere la stessa elite israeliana a consegnare se stessa, e finché saranno protetti da Washington tutto ciò appare altamente improbabile.
Sostanzialmente in qualsiasi caso si arriverà alla totale inutilità innanzi ai fatti del diritto internazionale.