L’impero di Angelucci

Il quotidiano "Domani" ha svelato il complesso sistema di scatole cinesi del famoso oligarca dei media di centrodestra

Antonio Angelucci, imprenditore di rilievo e parlamentare italiano, ha costruito un impero economico con ramificazioni in diverse giurisdizioni, tra cui il Lussemburgo, Londra e le Isole Vergini Britanniche.

Nonostante le sue attività principali siano radicate in Italia, i profitti generati dalle sue cliniche convenzionate con lo Stato italiano non rimangono nel paese, ma vengono trasferiti attraverso una complessa rete di società.

Le principali società italiane di Angelucci, come San Raffaele spa, Finanziaria Tosinvest e Investimenti Immobiliari Italiana, sono controllate dalla lussemburghese Three Sa, fondata nel 1994.

Questa holding riceve i dividendi delle aziende italiane, consolidando i profitti all’estero.

Il bilancio di Three Sa del 2022 rivela che le società italiane sotto il suo controllo hanno un valore complessivo di 245,9 milioni di euro.

La holding ha registrato un utile netto di 5,5 milioni di euro e detiene dividendi non distribuiti per un totale di 345 milioni di euro, una cifra che pochi imprenditori possono vantare.

La struttura societaria di Angelucci è ulteriormente complicata da controlli incrociati.

Three Sa è infatti controllata da un’altra società lussemburghese, Lantigos Sa, che a sua volta è posseduta da Lantigos Spa, anch’essa con sede nel Granducato.

Lantigos Sa è stata fondata nel 2006 da due società: Aqualegion Ltd, registrata a Londra, e Walbond Investments Ltd, con sede nelle Isole Vergini Britanniche.

La Walbond Investments rimane avvolta nel mistero a causa delle leggi sul segreto societario delle Isole Vergini Britanniche, che impediscono di conoscere gli azionisti. Tuttavia, il registro commerciale britannico rivela che Aqualegion Ltd è controllata per oltre il 75% da Luisella Moreschi, una commercialista residente in Lussemburgo. Questa complessa rete di società e controlli incrociati solleva domande sulla trasparenza e sulla gestione dei profitti generati dalle attività italiane di Angelucci. Mentre i dividendi continuano ad accumularsi, resta da vedere chi beneficerà di questi fondi una volta distribuiti.

Un ulteriore elemento della struttura societaria di Angelucci è l’uso di polizze vita in Lussemburgo. Le società Lantigos sono possedute tramite polizze vita della Swiss Life (Luxembourg) SA, intestate all’Unione Fiduciaria, ma il cui unico beneficiario è lo stesso Antonio Angelucci. Questo sistema permette di mantenere un alto livello di riservatezza sui beneficiari finali, complicando ulteriormente la tracciabilità dei flussi finanziari.

La holding principale di Antonio Angelucci è Tosinvest, una società che controlla una vasta rete di cliniche e strutture sanitarie in Italia, specialmente nel Lazio e in Puglia.

Tosinvest prende il nome dalle prime due lettere dei nomi del fondatore Antonio (Tonino) e della sua prima moglie Silvana Paolini. Attraverso questa holding, Angelucci gestisce un impero che si estende oltre i confini nazionali, sfruttando le opportunità offerte da diverse giurisdizioni per massimizzare i profitti e minimizzare la trasparenza.

L’intricata struttura societaria di Angelucci pone interrogativi sulla trasparenza e sull’etica nella gestione dei profitti. La concentrazione di dividendi non distribuiti e l’utilizzo di paradisi fiscali sollevano preoccupazioni riguardo alla giustizia fiscale e alla responsabilità imprenditoriale.

La complessità della struttura societaria può portare a contenziosi con le autorità fiscali.

Antonio Angelucci ha affrontato vari contenziosi con l’Agenzia delle Entrate italiana, che sono stati risolti nel 2018. Questi contenziosi possono derivare da interpretazioni diverse delle leggi fiscali e dalla necessità di dimostrare la legittimità delle operazioni transfrontaliere.

Le società devono mantenere la compliance con le normative fiscali di tutte le giurisdizioni coinvolte. Questo richiede una gestione attenta e l’uso di consulenti fiscali esperti per evitare sanzioni e penalità.

La questione rimane aperta su chi realmente beneficerà di questi ingenti fondi e su come tali pratiche influenzino l’economia italiana e internazionale.

In conclusione, l’impero economico di Antonio Angelucci rappresenta un esempio di come la globalizzazione e le normative societarie possano essere utilizzate per costruire strutture complesse e opache. Questo caso evidenzia l’importanza di una maggiore trasparenza e regolamentazione a livello internazionale per garantire che i profitti generati da attività economiche siano gestiti in modo etico e trasparente, a beneficio non solo degli imprenditori, ma anche delle comunità e dei paesi in cui operano.

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