Il 2024 potrebbe segnare la fine del conflitto in Ucraina

I Repubblicani si rifiutano di incontrare Zelensky, la Polonia sospende l'invio di ulteriori forniture di armamenti. Ma quali sono le reali motivazioni?

Nonostante Biden abbia approvato ulteriori aiuti per ben 325 milioni di dollari che sono stati accolti da Zelensky con l’ ormai stucchevole “E’ esattamente cio’ di cui i nostri soldati hanno bisogno”, gli Stati Uniti e l’Unione Europea potrebbero presto cessare le forniture di armi a Kiev.

La vera motivazione sembrerebbe all’apparenza puramente politica con i Repubblicani che, tramite il le parole del Presidente della Camera McCarthy hanno dichiarato in maniera chiara: altri 24 miliardi di dollari di aiuti di qui alla fine dell’anno? Guardate, dobbiamo prenderci cura delle esigenze fiscali qui in America. Se c’è una cosa che so per certo è che con 10mila persone che hanno appena attraversato il confine il Presidente non può ignorarlo e concentrarsi solo su questo” – ossia il sostegno all’Ucraina – “Penso ci siano altre priorità”.

Se è pur vero che Trump, il nuovamente candidato presidente dei Repubblicani alle elezioni presidenziali del 2024, è da sempre contrario alle spese sostenute da Washington, le vere ragioni per il “taglio” degli aiuti a Kiev sono però altre.

Secondo gli esperti dell’intelligence occidentale del Royal United Services Institute e i dati del procurement militare americano il 2024 segnerà la crisi della componente produttiva dell’industria occidentale che non sarà più in grado di sostenere il consumo di materiali dell’esercito ucraino.

Un esercito senza mezzi e senza munizioni è un esercito sconfitto in partenza e presto all’Ucraina toccherà la completa smilitarizzazione considerando che gli Ucraini consumano in poco più di un mese la quantità di munizioni di artiglieria, missili antiaerei, carri armati e missili anticarro Stinger e razzi Himars prodotti dagli Stati Uniti in un intero anno.

Per l’anno corrente il rifornimento dell’ Ucraina è andato avanti raziando i depositi degli stati “alleati” come il Giappone o la Corea del Sud o minacciando gli Stati neutrali come il Pakistan che, per non perdere il sostegno finanziario del Fondo Monetario Internazionale a guida statunitense, ha ceduto le sue scorte di munizioni di artiglieria di origine Sovietica.

Ma ora che anche gli arsenali di tutti gli stati filo occidentali del mondo sono vuoti chi provvederà al sostegno del buco nero Ucraino?

Bisogna poi considerare altri fattori importanti da un punto di vista militare: l’uniformità dei sistemi d’arma, una caratteristica importantissima sia da un punto di vista dottrinale che logistico.

La Russia ha una proprio industria bellica che produce in autonomia su commessa diretta del Ministero della Difesa i sistemi d’arma necessari che sono integrati tra loro fin dai tempi dell’ Unione Sovietica, con allo stesso tempo il grande vantaggio che il monopolio assoluto della tecnologia militare ha visto gli stati non occidentali adottare copie esatte dei sistemi d’arma sovietici così che anche la Cina, la Corea del Nord, l’ Iran, il Vietnam e non solo hanno munizioni di artiglieria in milioni di unità completamente compatibili con le bocche da fuoco russe.

Munizioni e armi infinite, con facile logistica ed affidabilità certe che avranno un peso importante sul campo di battaglia nei confronti dell’arrabattato e stranamente assortito esercito ucraino che sta vivendo un vero e proprio inferno logistico.

Ed ecco quindi che l’elezione di Trump alla Casa Bianca e il ritorno alla politica isolazionista dell’ “America First” altro non sarà che un modo elegante e meno maldestro dell’Afghanistan per dichiarare la resa delle forze occidentali nel più grande conflitto militare per procura della storia recente.

 

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